Pastorino (Linea Condivisa): “Chiediamo il ritiro immediato della delibera”
Genova – Domani si torna sui banchi ma sarà un rientro pieno di incognite. La prima è l’eventualità di ritrovarsi accanto un compagno positivo.
L’ultima delibera di A.Li.Sa, approvata soltanto tre giorni prima dell’inizio dell’anno scolastico in presenza, nell’ipotesi di un alunno sospetto Covid positivo non prevede il tampone per i compagni di classe.
Dura la reazione di Gianni Pastorino, capogruppo di Linea e Condivisa e già Vicepresidente della commissione regionale Sanità, che dichiara: “La delibera emanata da A.Li.Sa l’11 settembre raggiunge l’apice della confusione e della contraddizione dall’inizio dell’emergenza Covid. In particolare, le istruzioni per i centri educativi dell’infanzia e per le scuole di ogni ordine e grado contengono almeno due elementi particolarmente gravi, sui quali non c’è piena consapevolezza né fra le istituzioni né fra i genitori”.
Tutti al Gaslini
Un rientro “a rischio caos” secondo Pastorino che poi fa l’elenco dei punti critici sottovalutati da A.Li.Sa e precisa che “è stato indicato come hub il Gaslini. Dal punto di vista delle competenze è una scelta comprensibile, ma non lo è per la logistica. Nel momento in cui un alunno è sospetto positivo, infatti, parte un iter che comincia con la comunicazione con il pediatra o il medico di base, quindi l’obbligo per la famiglia di ritirare l’alunno e poi il trasferimento all’ospedale competente. Che è a Quarto. Il che, in alcuni casi, potrebbe significare l’attraversamento di tutta la città. Ci chiediamo se non sia preferibile un meccanismo inverso: gli operatori sanitari vanno a scuola, effettuano il tampone e valutano immediatamente la situazione. Forse per i vertici di A.Li.Sa è un’opzione troppo semplice?”.
Per i compagni di classe niente tampone ma 14 giorni giorni di isolamento in casa propria
“Allo stato attuale A.Li.Sa. non riconosce un’emergenza Covid e pertanto i compagni di classe di un alunno riscontrato positivo non vengono sottoposti automaticamente a tampone, ma reclusi in casa per 14 giorni”.
Un rischio anche per i familiari.
E infatti continua Pastorino: “Direttamente, senza accertamenti. Cosa che appare del tutto illogica sia a livello di prevenzione sanitaria sia per quanto riguarda le conseguenze che le famiglie potrebbero subire. Ad esempio, poniamo il caso di un ragazzo, compagno di classe di un alunno riscontrato positivo, che a sua volta abbia contratto il Covid ma sia asintomatico. Come abbiamo visto non sarà sottoposto a tampone: starà 14 giorni in quarantena, a stretto contatto con i genitori, i quali a loro volta magari avranno a che fare con i nonni o con persone anziane, quindi soggetti spesso fragili”.
È facile immaginare cosa potrebbe succedere.
“Per Toti la politica dei tamponi è un tabù”
“Per il governo di Toti la politica dei tamponi è un tabù. Deduzione: meglio scegliere soluzioni che alla fine agevolano la diffusione del virus”, conclude Pastorino lanciando una frecciata al Presidente uscente di Regione Liguria e sottolineando che “come Linea Condivisa crediamo sia necessario il ritiro immediato della delibera. Un sistema di monitoraggio così organizzato rischia di essere un boomerang”.
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