L’ex direttore della filiale Ubi di Seriate parla di “flussi anomali” e tira in ballo i contabili
Milano – I “conti” delle società riconducibili ad Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due revisori contabili per la Lega in Parlamento che ora sono ora ai domiciliari assieme all’altro commercialista Michele Scillieri, erano “finalizzati a ricevere e immediatamente trasferire somme di denaro” e venivano ‘spogliati’ quasi “interamente della liquidità giacente”.
Lo ha messo a verbale Marco Ghilardi, il testimone ormai noto dell’indagine milanese ed ex direttore della filiale Ubi di Seriate, a Bergamo, il quale ha raccontato ai magistrati che “la quasi totalità di movimenti” su quei conti, aperti nell’istituto di credito, era a “somma zero” e riguardava “entità collegate al partito della Lega”.
Il bancario, nella seconda deposizione davanti all’aggiunto Eugenio Fusco e al pm Stefano Civardi del 24 luglio, ha spiegato punto per punto le anomalie sui conti della Sdc Srl e dello Studio Cld, che facevano capo ai due contabili leghisti.
“Anomalia numero uno: tutto ciò che entrava, nel giro di pochi giorni fuoriusciva a favore di società o persone collegate, chiudendo sempre a pareggio. Anomalia numero due – ha aggiunto il teste – assenza di uscite a titolo di spese per retribuzioni
e compensi o distribuzioni di utili”.
Le entrate, ha chiarito, “provengono da Radio Padania e Barachetti service Srl, mentre le uscite sono destinate a Di Rubba, Manzoni, Centemero e Studio Dea Consulting”. In particolare, “dai flussi finanziari” sul conto della Sdc, tra marzo 2016 e settembre 2019, “emerge – ha detto Ghilardi – il ritratto di una società fantasma, senza margini di profitto né amministratori, dipendenti, collaboratori”. E un “dato che mi salta all’occhio è l’improvviso azzeramento dell’operatività del conto, a partire da aprile 2018″.