Genova – Una bella domenica mattina di settembre, mascherina per prevenire spiacevoli conseguenze, e via, in giro per il centro storico di Genova per respirare l’affascinante atmosfera della Superba. Dalla Commenda in direzione San Lorenzo, a faccia in sù per ammirare le linee che si intrecciano nel cielo. I palazzi alti, quasi vertiginosi che in alto tagliano il cielo, in basso disegnano i caruggi. È presto, incrocio qualche turista, qualche commerciante tira su le serrande. Non ci sono spacciatori, o almeno non li scorgo. Saranno stanchi delle lunghe ore di lavoro notturno.
Arrivo all’altezza di Piazza dell’Annunziata e decido di andare verso piazza Don Andrea Gallo. Sempre a testa in su guardo il cielo blu tagliato dai tetti resi ancora più affilati dall’aria tersa. Sembrano quadri di Lucio Fontana.
Arrivo in vico degli Adorno, e il mio piede scontra qualcosa e quel “qualcosa” squittisce.
Fine della poesia.
Quello che è evidente è che i topi sono attirati dalla spazzatura che gli abitanti lasciano per strada. Ma è altrettanto evidente che in Vico degli Adorno, a un passo dalla centralissima e “universitaria” via Balbi ci sia un cantiere aperto da tempo immemorabile che fa da tana a ratti di dimensioni impressionanti. . In attesa che gli zozzoni vengano civilizzati, il Comune deve tenere pulito.
fp
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