‘Ndrangheta, la Procura di Catanzaro sequestra 55 milioni di euro alla cosca Accorinti

Operazione “yellow submarine”. Sequestrati beni per un valore di oltre 55 milioni di euro nei confronti di alcuni soggetti affiliati o conniventi alla cosca Accorinti di Briatico.

Catanzaro – I finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro, con la collaborazione dello S.C.I.C.O della Guardia di Finanza di Roma, coordinati dal procuratore della Repubblica,  Nicola Gratteri, hanno dato esecuzione a sette provvedimenti di sequestro di beni per un valore di oltre 55 milioni di euro, emessi dal tribunale di Catanzaro.

Operazione “Costa Pulita”

I destinatari delle misure cautelari di oggi erano stati in passato coinvolti nella nota operazione di polizia convenzionalmente denominata “costa pulita”, culminata nell’aprile 2016 con l’esecuzione dei provvedimenti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 23 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi e sostanze esplodenti, nonché’ col sequestro preventivo dei beni intestati o riconducibili ad alcuni soggetti indagati.

 “Costa pulita”, avviata nei primi mesi del 2013, aveva riguardato numerosi soggetti appartenenti, o comunque contigui, al potente clan Mancuso operante in tutto il territorio vibonese, e alle ‘ndrine  Accorinti, La Rosa e Il Grande, attive nei comuni del litorale tirrenico della provincia vibonese, colpendone vertici e complici. L’indagine, peraltro, aveva lambito contesti politici locali, in particolare di passate amministrazioni dei comuni di Briatico e Parghelia.

Nel mirino del clan Accorinti era finito anche il giornalista Pietro Comito perchè in un suo articolo, oltre a raccontare dei festeggiamenti di alcuni capi bastone dopo le elezioni amministrative, aveva scritto di un assessore che aveva svolto il ruolo di autista per un boss. Nel 2018, il processo “costa pulita” si era concluso – in primo grado – con una serie di condanne, per un totale di 218 anni di carcere, nei confronti di 30 imputati.

L’intero patrimonio sottoposto a sequestro è costituito da sessantasette fabbricati, sedici terreni, quote sociali relative a otto aziende e complessi aziendali di sette società operanti prevalentemente nel settore turistico/alberghiero, sei ditte individuali operanti nel settore edile, nel settore immobiliare, nella vendita al dettaglio di ortofrutta e generi di monopolio, un’associazione sportiva di calcio, quattro motonavi, diciannove automezzi, sette autobus e diversi rapporti bancari e finanziari. i beni immobili e le società colpite dai provvedimenti odierni di sequestro si trovano nelle province di Vibo Valentia e di Cosenza.

Tra i beni oggetto di sequestro figurano un lussuoso villaggio turistico ubicato a Briatico (VV), un complesso residenziale situato a Zambrone, tre società di navigazione titolari di imbarcazioni e di un sommergibile utilizzati nel settore turistico per il trasporto dei passeggeri.

 

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