Concorso OSS, esclusi 2 mila candidati per vizi burocratici. Cisl Fp Liguria: “Alisa torni sui suoi passi e riveda la delibera che ha escluso i lavoratori”

Genova – Duemila candidati, su circa 8 mila, non ammessi al concorso pubblico indetto da Alisa per operatori socio sanitari (274 in Liguria). Vizi burocratici e difficoltà procedurali hanno di fatto tagliato un quarto dei candidati. Con la dicitura “non ammissibili alla selezione di che trattasi per le motivazioni a fianco di ciascuno precisate” molti degli OSS che hanno tentato d’iscriversi al “concorsone” si sono scoperti non ammessi.

Procedura contorta

La procedura di iscrizione online era particolarmente articolata e contorta, sicuramente di non immediata comprensione, ed esponeva a molti rischi di carattere compilativo nella fase di inserimento dati. Tale procedura ha infatti creato criticità, soprattutto in caso di secondo invio da parte dei candidati per l’integrazione degli allegati. Inoltre l’help desk preposto a informazioni e chiarimenti non ha sempre fornito risposte coerenti.

Tra gli altri motivi di esclusione la mancanza di un documento attestante l’identità o un regolare titolo di soggiorno, la “mancata produzione del provvedimento del titolo di studio che costituisce requisito specifico di ammissione per coloro che lo hanno conseguito all’estero”, la mancanza del “provvedimento di equipollenza e dichiarazione di valore”, ai quali si somma una corposa gamma di motivazioni particolari, meno frequenti, ma di simile tenore.

Questa farraginosa burocrazia, oltre a ledere le speranze di una marea di lavoratori che aspirano legittimamente al tanto agognato “posto pubblico”, rischia, in caso di impugnazione, di bloccare l’intero concorso, gettando così in una profonda crisi il sistema sanità pubblica, la cui penuria di OSS è divenuta ormai insostenibile, al limite della paralisi organizzativa.

Riteniamo assolutamente necessaria una rivisitazione della delibera che esclude questi candidati per vizi di forma, facilmente sanabili con banali integrazioni così come accade nella stragrande maggioranza di tutti gli altri concorsi pubblici, degni di una società che guarda alle persone e non solo alle regole.

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