Il salone Nautico di Genova sarà un successo. Dopo che Cannes e Parigi hanno deciso di non mettere in scena le loro kermesse sulla nautica, Genova ha optato altrimenti per non deludere espositori e appassionati aprendo le porte delle Fiera del mare dall’1 al 6 ottobre. Nel mentre i contagi aumentano, 109 nuovi positivi su 1975 tamponi solo nella giornata di ieri.
E sempre ieri un positivo nella caserma dei Vigili del Fuoco di Rapallo con personale messo in quarantena come da prassi. Sembra però che il Comando non abbia fatto alcuna sanificazione dei locali della caserma. È di stamattina la notizia che due infermieri del San Martino sono risultati positivi. La Medicina del Lavoro ha fatto scattare le procedure per sottoporre a tampone i professionisti venuti a contatto con i due positivi. Secondo le prime indagini interne, il contagio sarebbe avvenuto in un contesto esterno all’Ospedale. L’Ospedale e il Pronto soccorso sono quindi operativi e sicuri per prestare le cure necessarie a tutti i pazienti che ne avessero bisogno.
Il Centro Storico
Il Centro Storico , area di assembramento per antonomasia, sta affrontando casi di positività di alcuni cittadini bengalesi. Arif Hasan, uno dei rappresentanti della comunità bengalese che ha il suo centro di preghiera in Sottoripa, ha raccomandato prudenza ai suoi concittadini invitandoli a stare in casa al verificarsi dei sintomi. Bisognerebbe anche capire, soprattutto in Centro Storico quante persone abitano negli appartamenti e se tutti possono permettersi di vivere senza lavorare. Ma anche se i proprietari degli immobili sanno esattamente a chi affittano e quante persone sono presenti in ogni singola unità abitativa.
La scuola
Dopo le polemiche sui banchi monoposto e sulle sedie piroettanti, di certo sulla scuola emergono diversi temi da approfondire. Mancano gli insegnati, da sempre, perchè il precariato nella scuola è una disfunzione atavica, e le classi, così come gli edifici, sono spesso inadeguate. Nel merito della mancanza di docenti porre rimedio adesso è tardivo perchè la scuola va ripensata e non rappezzata. Se poi cominciassimo a pensare alla cultura come un valore aggiunto e non un costo sarebbe un buon cambio di rotta. Poi c’è da valutare la partita dei lavoratori “fragili” che creano, loro malgrado, altri buchi nelle attività delle scuole. Un problema non secondario sono i ragazzi che si accalcano all’entrata e all’uscita da scuola e questo ha creato un po’ di allarme. Non parrebbe creare allarme invece, un trasporto pubblico che in questa emergenza sanitaria ha mostrato tutti i suoi limiti. Autobus pieni, alcuni utenti reticenti all’uso della mascherina, distanziamento impossibile. Anche in questo caso anni di tagli ai servizi pubblici hanno portato a questa situazione. A tutto questo si aggiunge anche la mancanza di un vaccino che comunque sarebbe insufficiente a coprire le esigenze della popolazione.
Crisi economica
Mantenere l’equilibrio tra non sprofondare nel baratro di una crisi economica, che non ci possiamo permettere, e quello di finire intubati è veramente un compito da funamboli. Il mondo del lavoro è diviso tra chi può stare al riparo e chi deve per forza produrre reddito per vivere. E i segnali non sono confortanti. Ogni giorno si spera di non dover nuovamente affrontare un periodo di chiusura totale perchè sancirebbe la dipartita di molte piccole e medie imprese. E ci chiediamo se il Governo, sta già pensando a quali rimedi applicare con tempestività nel caso i contagi aumentassero tanto da dover imporre un ulteriore “lockdown”.
La sanità
La prevenzione è una parte importante per evitare di finire in quarantena o peggio in terapia intensiva. Mascherine, attenzione a non frequentare posti troppo affollati, rispetto per gli altri e pretendere il rispetto per sé. Certo non saranno i termo scanner a salvarci la vita. Dopo aver fatto diverse misurazioni nella medesima condizione, i risultati sono così differenti da porre il dubbio che siano mezzi efficaci di prevenzione.
C’è da chiedersi cosa sia stato fatto in ambito sanitario in questi mesi. Non ci risulta che siano state aumentate le terapie intensive, ma speriamo di essere smentiti. E speriamo che gli ospedali abbiamo fatto ingenti scorte di DPI e di tutto quello che serve in caso di una recrudescenza del virus. Non vorremmo trovarci con i comitati dei cittadini costretti a fare collette per comprare i dispositivi di protezione a chi ci deve salvare la vita, come è successo a marzo. Il contributo del comparto sanitario in termini di vite umane è stato importante e i medici non si formano sui social ma ci vogliono anni di studio.
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