Liguria, un territorio fragile dove si interviene solo in emergenza

Un popolo acritico che accetta i disastri come ineluttabili

Genova – Ignoranza, corruzione, nepotismo, inefficienza, precarietà. Sono questi alcuni degli ingredienti con cui veniamo cucinati tutti i giorni. E in questo pentolone di sopravvivenze siamo parte attiva soprattutto nel giudicare gli altri e mai noi stessi. Se alla fine di un nefasto 2020, ma non certo per colpa del 2020 che è solo un numero inventato per contare il tempo, siamo in queste condizioni, dobbiamo fare lo sforzo di capire perché e chi è responsabile.
Ma in fondo a tutto si pone rimedio, in emergenza, o con lo stato di emergenza, con fondi di emergenza. Perché il meglio lo diamo nel riparare, spesso male, invece che prevenire.

La solita emergenza

Ma la sostanza di ciò che siamo, del senso di deresponsabilizzazione diffusa, è nel fatto che fattori naturali come la pioggia e il vento siano diventati un problema così grande da farci stare in apprensione in maniera costante. È di questi giorni l’ennesimo caso in cui il territorio viene devastato da alluvioni e vento forte che hanno danneggiato gravemente alcune zone del Piemonte e parte del ponente ligure. E naturalmente la colpa è del maltempo.
Giovanni Toti è intervenuto tempestivamente sui posti dove il dissesto idrogeologico è stato la concausa nel crollo di ponti, nell’allagamento di interi paesi e nell’interruzione di strade a causa delle frane. Nel nome della sempiterna emergenza è stato poi richesto lo stato di?…emergenza. E se l’attuale amministrazione, rieletta, non ha evidentemente fatto abbastanza in termini di salvaguardia del territorio, alcuni interventi li ha fatti pure male. Eppure questo ennesimo disastro scompare di fronte alla impetuosa e salvifica presenza di Toti, che ringrazia tutti, controlla tutto e forse risolverà tutto.  Come se un amministratore non avesse alcuna responsabilità  nei disastri che avvengono sul territorio dove governa.

Lavori fatti male

Come la strada di Portofino che riparata dopo la mareggiata del 2018, è nuovamente crollata sotto i colpi delle onde. E va da se che le piogge forti possono causare danni, così come le mareggiate, ma è pur vero che un modo di mettere in sicurezza il territorio ci deve pur essere. Le continue interruzioni delle vie di comunicazione e i costosissimi rappezzi in emergenza, sono un danno economico enorme.

Quindi, invece di progettare nuove e onerose grandi opere, che andrebbero a insistere su un territorio già fragile, bisognerebbe una volta per tutte, in nome di un definitivo cambiamento di mentalità, fare la manutenzione ben fatta e mettere in sicurezza ciò che abbiamo.

Sui territori bisogna esserci

Ma un altro aspetto preoccupante di questa tornata di maltempo, è stato il quasi totale silenzio di quella che dovrebbe essere l’opposizione alle forze del governo regionale. Un silenzio quasi mistico, irreale. In giornate dove si dovrebbe andare sul territorio a constatare di persona cosa si può proporre per risolvere i problemi dei cittadini, si è preferito tacere o si è semplicemente taciuto. Eppure quale occasione migliore per far conoscere le proprie proposte in fatto di territori, della salvaguardia dei cittadini e della difesa del suolo? E quale migliore occasione per non lasciare solo il neo Presidente Toti a prendere decisioni per tutti?
L’elenco degli interventi da fare su frane appese è lungo, sarebbe bene rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare.  Con la serietà del buon padre di famiglia

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.