Cosenza: traffico illecito di rifiuti e commercio illegale di rame, 61 indagati e sequestri per 10 milioni di euro

Cosenza – Il traffico illecito e lo smaltimento illecito di rifiuti sono un affare. Se aggiungiamo anche la vendita illegale di rame il giro di affari aumenta in maniera vorticosa.
E proprio in queste ore, sotto il coordinamento della Procura di Catanzaro, una task force costituita da circa 400 Carabinieri, coadiuvati dalla Guardia di Finanza di Cosenza e con il supporto del 14° Battaglione mobile e del 8° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione a un provvedimento di misura cautelare  nei confronti di 61 persone e di  3 società, per reati relativi, all’attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, alla ricettazione e al riciclaggio di quantitativi ingenti di cavi di rame di provenienza illecita, e riguardanti in particolare il territorio di Montalto Uffugo in provincia di Cosenza.

3 società al centro dei traffici

Dalle indagini è emerso come i titolari della società abbiano messo a disposizione le proprie aziende, diventate il centro nevralgico del traffico di rifiuti e del rame, per recuperare, pesare e nascondere il metallo  prima della vendita a terzi. Il rame, proveniente anche da furti, veniva bruciato per eliminare la guaina che avrebbe condotto all’identificazione delle aziende a cui era stato sottratto.

False certificazioni di smaltimento

I titolari delle 3 società indagate rottamavano veicoli senza togliere e smaltire i liquidi pericolosi come gli acidi nelle batterie e i liquidi di raffreddamento del motore.

L’attività d’indagine ha consentito di rilevare che, a fronte di complessivi n. 3.400 conferimenti all’interno dell’azienda di Montalto Uffugo, soltanto 58 di essi sono risultati regolari, in quanto all’interno dell’azienda veniva introdotto ogni tipo di rifiuto, tra cui batterie esauste al piombo, oli esausti di veicoli, elettrodomestici, cartellonistica stradale, lampioni, veicoli fuori uso, rifiuti ferrosi di ogni tipo. In ben 374 episodi sono stati conferiti cavi o manufatti in rame di illecita provenienza per un giro di affari totale stimato in circa 2 milioni di euro annui.

 

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