Genova – Potevamo recuperare un vecchio articolo di marzo, in piena emergenza Covid. O un articolo delle troppo frequenti giornate di punta in piena influenza stagionale. Sta di fatto che se dovessimo scrivere cosa abbiamo imparato dall’esperienza della primavera scorsa, il foglio rimarrebbe bianco o con qualche scarabocchio. E la pensa così anche Walter Carrubba Presidente della Croce Bianca Genovese, che ha dichiarato “Stamattina il triage e i prelievi sono stati fatti sulle ambulanze. Siamo rimasti bloccati due ore in pronto soccorso”. E già che le ambulanze erano ferme, i militi hanno portato i pazienti a fare Tac e radiografie. E meno male che non avevamo da portare i pazienti a fare dialisi o le terapie. Il numero elevato di accessi e la situazione immutata degli ospedali ha portato a questa situazione. Inutile comprare barelle e cercare di recuperare posti letto se poi non c’è il personale sufficiente per poter far fronte alle emergenze.
La sanificazione delle ambulanze
Ma un altro nodo da risolvere per le pubbliche assistenze è la sanificazione dei mezzi. E su questo argomento Carrubba ha aggiunto: ” Adesso santifichiamo a San Martino e spesso comporta dei tempi medio lunghi, perchè ci si mette in coda e la corrosione dei mezzi a causa del cloro. Anche se noi cerchiamo di tamponare i danni rifasciando le attrezzature e i sedili ma le ambulanze non possiamo smontarle. E ad oggi i danni sono di migliaia di euro a causa dell’ossidazione e della ruggine”.
A fronte di questo problema la Croce Bianca ha preparato un plico di procedure con le schede dei prodotti da utilizzare e specifici per il Coronavirus da affiancare all’uso di un ozonizzatore per sanificare le ambulanze nella loro sede e diminuire i tempi di soste delle ambulanze. Procedura che verrà presentata al 118 e alla Struttura di Igiene.
I danni alle ambulanze
Ma uno dei problemi da risolvere per Carrubba è lo stato delle ambulanze.
“Dal 18 febbraio al 18 maggio abbiamo fatto 797 trasporti Covid con vari mezzi che oggi sono molto deteriorati. Alla resa dei conti nessuno ci ha garantito che questi costi verranno in qualche modo rimborsati. Nei prossimi giorni avremo un incontro in Regione su questo argomento ma parliamo della soluzione di un problema di cui ci siamo fatti carico molti mesi fa e ne parleremo tra qualche giorno. Ad oggi ci siamo pagati le tute, perchè la Regione ha mandato visiere e mascherine, ma parliamo di metà maggio. Ma il materiale lo abbiamo comprato molto prima e ce lo siamo pagato. La Regione ha mandato sette tute per ogni associazione e il servizio si fa con almeno due persone. La parte pubblica evidentemente non ha capito l’importanza delle pubbliche assistenze che, dopo l’emergenza Covid, rischiano il default”.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.