I rifiuti viaggiavano attraverso lo Stivale, le intercettazioni: “La merda è diventata miniera (…) è diventata oro”
Milano – “Sai che noi c’avevamo anche un terreno in Expo (…) in Expo c’erano dei rifiuti dove noi quando eravamo troppo pieni mettevamo di là”.
Parlava così Mauro Magarelli, intercettato nel febbraio 2019, dell’escamotage che consisteva nel “trasferire i rifiuti accumulati in eccesso nell’impianto della Waste Mag” di via Belgioioso, a Milano.
Un giro che ha permesso agli indagati di smaltire illecitamente 24 mila tonnellate di scarti industriali, artigianali e di RAEE, cioè i resti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
In seguito a un’operazione dei carabinieri del Noe di Milano che ha portato ad altre 15 misure cautelari e al sequestro di sette aziende che si occupano del trattamento dei rifiuti, nove capannoni industriali e numerosi automezzi, per un valore che si aggira intorno ai 6 milioni di euro, Magarelli dunque è finito in carcere.
Ma non era certo da solo. Nell’ordinanza firmata dal gip di Milano Alessandra Simion, si parla, infatti, di un’articolata rete criminale smascherata da un’indagine, coordinata dai pm Sara Ombra e Francesco De Tommasi, che in poco più di due anni ha portato ieri alla quarta misura cautelare (stavolta ai domiciliari) per Maurizio Assanelli, titolare di una ditta di autotrasporti.
Non sono bastati per lui tre arresti: uno in un’inchiesta su un traffico di rifiuti nata a seguito del maxi rogo di via Chisserini a Milano nel 2018, un altro in un’indagine dello stesso genere scaturita dall’incendio di capannoni a Corteolona (Pavia) e un altro ancora lo scorso luglio per un maxi traffico di rottami ferrosi.
“La merda è diventata miniera (…) è diventata oro”, diceva Assanelli intercettato nel luglio 2018, come emerso dalle carte di quell’indagine sul maxi traffico di rifiuti, che viaggiavano da Sud a Nord.
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