Sono ormai alcuni anni che anche il Vaticano ha assunto posizioni caute sulle apparizioni di Medjugorje.
E in effetti il grande carrozzone affaristico che compare agli occhi dei viandanti in cerca di ristoro Mariano, non aiuta i fedeli più vulnerabili. Intorno alla piccola statua della Madonna, appena fuori dalla chiesa, donne pentite si consumano le ginocchia in un incessante girotondo a mani giunte. All’interno della Chiesa, sguardi rapiti in cerca della luce. Ma lungo la strada i negozi che vendono souvenir di tutti ii tipi non si contano. Dalle classiche medagliette alle bottiglie di vino con etichette fantasiose che riproducono la Vergine.
E in mezzo a tutto questo bailamme le figure come Tomislav Vlasic fanno proselitismo e affari.
Oggi, in una nota della Diocesi di Brescia si apprende che il Vaticano ha scomunicato Tomislav Vlasic, il primo padre spirituale dei veggenti di Medjugorje. L’ex francescano, presiedeva in una cascina nel Bresciano una sorta di “chiesa parallela” ispirata a Medjugorje.
Vlasic avrebbe disobbedito al sesto comandamento
Oggi la Congregazione per la Dottrina della Fede ha formalmente comunicato al Vescovo, Monsignor Pierantonio Tremolada, che il 15 luglio 2020 “il Sig. Vlasic è incorso nella pena di scomunica”. Decisione arrivata perché nel corso degli anni Vlasic non ha ottemperato ai divieti che gli sono stati imposti dal Vaticano nel marzo del 2009.
Nel 2008 la congregazione per la Dottrina della fede, infatti, indagò su Vlasic proprio perchè la Diocesi di Mostar lo aveva accusato di “divulgazione di dubbie dottrine, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza ad ordini legittimamente impartiti e addebiti contra sextum”, ossia contro il sesto comandamento, cioè non commettere atti impuri.
Nel 2009 Vlasic ridotto allo stato laicale
Con una comunicazione del 10marzo del 2009, l’allora Ministro Generale dei Frati Minori, padre José Rodriguez Carballo, rese noto che Benedetto XVI aveva ridotto Vlasic allo stato laicale e lo aveva dimesso dall’ordine francescano, proibendogli inoltre di fare apostolato, di pronunciare dichiarazioni in materia religiosa, specialmente riguardo ai “fenomeni di Medjugorje”, e di abitare in un monastero francescano.
Una “Chiesa-cascina”
E fu allora che Vlasic decise di creare nei locali di una grande cascina “una sedicente casa-santuario, denominata “Immacolata Regina degli Angeli” o anche “Fortezza dell’Immacolata”. All’interno della “Chiesa-cascina” si svolgevano incontri e percorsi formativi con scadenza mensile animati da Vlasic e dai suoi collaboratori con alcuni distorti richiami alla dottrina cristiana ispirati ispira dal fenomeno Medjiugorie, e apertamente pubblicizzati nel web soprattutto attraverso due siti internet.
La scomunica
In sostanza Vlasic e i suoi collaboratori gestivano una Chiesa parallela svolgendo attività di apostolato attraverso conferenze e siti web.
Nel comunicato della Diocesi di Brescia si legge: “Ha continuato a dichiararsi religioso e sacerdote della Chiesa cattolica, simulando la celebrazione di sacramenti non validi. Ha continuato a suscitare grave scandalo tra i fedeli, compiendo atti gravemente lesivi della comunione ecclesiale e dell’obbedienza all’Autorità Ecclesiastica”.
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