Tremate, tremate, gli sciacalli sono tornati

Non basta essere negativi ai tamponi, come non basta rispondere che c’hai da lavorare a un Carabiniere che sta facendo il suo dovere e di fronte ad un allarme bomba a palazzo Tursi ti intima di uscire. Come non è elegante, anzi è incresciosamente sintomo di rozzezza biascicare un toast in sala rossa mentre un consigliere comunale sta cercando di concludere il suo intervento. Come se il classico “Lei non sa chi sono io”, o il cinematografico “io sono io e voi non siete …” o la gag del “Sono il sindaco veda lei” oppure l’arroganza del “Next question please” opposto ad una domanda giudicata inopportuna, o pleonastica, a cui probabilmente non si intende dare risposta, diventassero come per incanto leciti e legittimi in quest’epoca di politici supereroi con folle di tifosi oceaniche.

Perciò chi domanda, giornalisti o opposizione, farà bene ad abituarsi ad essere additato come portasfiga, nel migliore dei casi, o portascalogna, se non addirittura come sciacallo. Più o meno infimo come ebbe occasione di definirci a suo tempo Luigino Di Maio. Trasformati da cani da guardia della democrazia dell’informazione – non quella falsa e diffusa dei social che prevede hater e torme di tifosi sguinzagliati in rete – in scodinzolanti cani da riporto.

Perciò accade sempre più spesso che chiunque in maniera democratica sollevi dubbi, pur sgradevoli, ma sempre dubbi ai quali nell’esercizio della democrazia i rappresentanti istituzionali dovrebbero dare una risposta, venga affrontato con toni inequivocabilmente minacciosi. È accaduto in occasione dell’ultimo allerta meteo in concomitanza con il Salone Nautico, week end in cui di fronte ad una Liguria completamente in allarme rosso e solo la zona di Genova arancione, alcuni hanno sollevato il legittimo dubbio, che qualche rischio fosse connesso allo svolgimento della manifestazione in Fiera. Con la risposta secca e minacciosa del neo eletto e  confermato Governatore Gianni Toti rivolto al gruppo degli scettici che “Non solo fa insinuazioni vergognose e imbecilli ma commette anche il reato di diffamazione”.

Stessa sensazione urticante lasciata stasera dal sindaco Marco Bucci, in sala trasparenza – quasi si trattasse di una contraddizione in termini – a conclusione della rituale conferenza stampa sul Covid.

Quando qualcuno, un giornalista, che probabilmente da domani verrà indicato come un potenziale “untore”, si è prestato a porgli la “domanda delle cento pistole”, a seguito di un comunicato diramato e sottoscritto dalla maggior parte (tutti tranne uno) dei capigruppo dell’opposizione in consiglio comunale sul segreto di pulcinella. Da un paio di giorni circola in rete uno scritto anonimo in cui si sostiene che il sindaco, avendo avuto rapporti con persone contagiate, dovrebbe trovarsi in quarantena. Una limitazione che non rispetterebbe visto che ciononostante continua a partecipare a riunioni e manifestazioni pubbliche.

Avrebbe potuto prendere l’iniziativa lui stesso e convocare una conferenza stampa smentendo queste voci. Epperò stasera messo alle strette ha quasi ipotizzato il reato di “lesa maestà” che spetta soltanto ai monarchi, più o meno illuminati.

Ed è stato un minuto, o poco più,  di una violenza verbale inusitata: “Di queste cose io proprio non vorrei parlarne , però, cosa devo dire, se portate così scalogna, ragazzi c’è qualcuno che rema contro qua. Che cosa devo dire, non ne parliamo di ‘ste cose, forse è proprio meglio. Ragazzi io non vengo a chieder a voi altri se portate scalogna o no, eh”.

E di fronte a chi gli ricordava il comunicato dei capogruppo della minoranza ha proseguito: “Il comunicato, c’è chi porta scalogna e chi fa sciacallaggio. Ce ne sono tantissimi comunicati tutti i giorni, personalmente non mi riguardano. Comunque come si dice, per evitare la scalogna , eh, cominciamo a dire che ci sono delle persone che sono di rilevante posizione a livello dell’amministrazione che sono sotto controllo continuamente. Lo sapete, ci sono anche dei medici che sono sotto controllo. Quindi io come tutti gli altri sono sotto controllo. Mi spiace per i signori sciacalli e per le persone che invece purtroppo portano scalogna io sono negativo. Mi spiace”. 

Una dimostrazione e una manifestazione di minacciosa tracotanza. Ma ognuno ha il personale livello di sopportazione a cui fare riferimento. Il nostro sindaco, dopo aver risposto a chi in camera caritatis gli aveva rivolto la stessa domanda che “c’è la privacy…”. In serata ha reagito così al povero giornalista che si è fatto avanti con l’intento di dissipare le nebbie di una denuncia anonima. Facendo intendere, con il suo nervosismo eccessivo e con la sua reazione virulenta che nella Repubblica di Genova il “Doge” che si era presentato come primus inter  pares e come il rappresentante di tutti i suoi concittadini, in un momento tanto difficile intende continuare a mantenere il reato di lesa maestà. E se qualcuno intendesse protestare lui è “il Sindaco, veda un po’ lei”.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.