Genova – Era prevedibile? Cosa è effettivamente cambiato e sopratutto, dopo anni di sanità pubblica progressivamente smontata e smembrata, era possibile fare qualcosa?. Per certo continuando con le stesse politiche di privatizzazione si otterranno gli stessi risultati.
Che sono ben intuibili in una nota della CGIL Funzione Pubblica arrivata stamattina.
“In queste ore la capacità di ricezione dei Pronto Soccorso dell’area metropolitana è giunta a saturazione. L’afflusso di pazienti e ambulanze rende sempre più difficile gestire la situazione. I lavoratori, medici, infermieri, tecnici, operatori socio sanitari, sono allo stremo ed alla paura per il contagio, si somma la preoccupazione che, a questi ritmi, la capacità di dare risposte adeguate possa venire meno. Al Pronto Soccorso dell’Ospedale Galliera ci si sta organizzando per posizionare parte dei pazienti positivi nella camera calda delle ambulanze (zona adiacente entrata Pronto Soccorso); il numero di posti letto per pazienti Covid positivi, stabilito per la fase 4 dal Piano di preparedness in massimo di 129, è ampiamente superato risultandoci ricoverati 139 pazienti più, presenti al Pronto Soccorso, altri 38 positivi. Attualmente, in tutto il Pronto Soccorso, le barelle sono ammassate con forte disagio per utenti e lavoratori e fuori staziona la fila delle ambulanze. Analoga la situazione al Villa Scassi dove questa mattina gravitavano 116 pazienti di cui 60 in area no Covid-free di Pronto soccorso (alcuni in attesa di tampone) e 12 con il casco CPAP. 25 erano i ricoverati in Osservazione breve intensiva (Obi), 2 (Covid certi) e 66 nei reparti covid del nosocomio (degenze covid) più 15 in pneumologia”.
Il solito intasamento
Anche al San Martino le criticità non mancano, il così definito “sovraffollamento” è ormai divenuto consuetudine. Attualmente i due obi risultano pieni, con 29 ricoveri di cui 7 in barella. Al primo piano risultano ricoverati 46 pazienti covid più 10 trattati in zona grigia.
Attesa in barella per 70 ore
In attesa 30 barelle in corridoio sporco più 7 nella zona definita “acquario” (adiacenze Pronto soccorso). Si parla di persone tenute in barella, in attesa di ricovero, in media 70 ore. Ieri una signora ha atteso 200 ore. A questi vanno aggiunti tutti i triage e ricoveri puliti (non covid). Per il momento non si riscontrano difficoltà nell’accesso delle ambulanze, ma a questo ritmo presto il problema si presenterà.
In ASL 4 personale carente
In Asl 4, al Pronto Soccorso di Lavagna, si riscontrano problemi sui percorsi nelle zone promiscue e quindi no Covid-free, in quelle sicure da contagio , in entrata e uscita”. Costituiti 12 posti letto obi covid in più a carico dello stesso personale già carente. Attualmente accessi covid in costante aumento.
In questa situazione iniziano ad emergere i primi segnali di carenza dei caschi per i pazienti e dei DPI per gli operatori, in particolare le tute, fondamentali per accedere alle zone no Covid-free.
Sono necessari al più presto nuovi spazi per per il ricovero dei pazienti positivi a medio bassa intensità in modo da dare respiro ai Pronto Soccorso che sono arrivati al limite della ricettività. In questi mesi sarebbero stati da riaprire alcuni padiglioni inutilizzati del San Martino, e degli altri ospedali genovesi. La mancanza di personale era un fatto già noto e le assunzioni andavano fatte mesi fa visto che l’emergenza sanitaria era stata ampiamente prevista. Forse, in questo senso, bisognerebbe approfondire un po’ su cosa si poteva fare e non si è fatto. Al netto della politica e per il bene di tutti.
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