Un calabrese a Roma, sequestrato l’intero patrimonio del “narcos” Damiano Tassone


Roma
–  Crocevia per le mafie. All’ombra del Cupolone convivono e fanno affari la ‘Ndrangheta, Cosa Nostra, la Camorra. Ma sono le cosche calabresi che si sono adattate al “sistema romano” collaborando con tutte le forme di criminalità presenti sul territorio senza tante formalità di “casta”. Alleanze con clan locali, con altre mafie. Una collaborazione vantaggiosa per tutti che ha portato allo sviluppo di circa 100 piazze di spaccio operative 24 ore su 24.

‘Ndrangheta su tutti

Un’organizzazione rigida, quasi militare, che utilizza le telecamere per monitorare il territorio, ma anche dissuasori nelle strade e una rete di sentinelle che avvisano in caso di movimenti sospetti. E la ‘ndrangheta fa da capofila nell’organizzazione del traffico e dello spaccio di cocaina nelle zone di Primavalle, Borghesiana, Ostia, San Basilio, Pigneto, Montespaccato. In questo contesto complesso, fatto di equilibri “politici” e accordi tra clan, non ultimi i ccasalesi, si muove Damiano Tassone, boss dell’omonima ‘ndrina, che da Nardodipace ha creato il suo impero a Ostia.
La figura di Tassone era emersa nelle indagini condotte nell’ambito dell’operazione “Crazy Hill”, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla D.D.A che nel 2015 aveva disarticolato la rete di narcotraffico che operava tra Germania, Olanda, Spagna e Inghilterra. Un’organizzazione logistica tale da consentire di effettuare spedizioni via container o via aerea di ingenti quantitativi di cocaina provenienti dal Sud America (Colombia, Argentina e Brasile).

Tonnellate di cocaina

Un traffico così imponente che nel biennio 2014-2015, le forze dell’ordine hanno sequestrato più di una tonnellata di cocaina attraverso gli aeroporti di Malpensa, Fiumicino, e i porti di Anversa, Rotterdam, Amburgo e Gioia Tauro.
Grazie alla disponibilità finanziaria la cosca Tassone poteva pagare carichi di copertura, intermediari, complici all’interno delle strutture portuali e non ultimo, la copertura finanziaria dei carichi sequestrati.

Soldi sepolti

E come nelle migliori serie televisive che raccontano di “narcos”, in una ripresa video, gli investigatori avevano filamto Tassone sotterrare una valigia di contanti nel giardino della villa sequestrata nell’operazione di oggi.
A Tassone, oggi in carcere ad Asti dove sconta una condanna a 14 anni, la Finanza su mandato della DDA di Roma sono stati sequestrati beni per 1 milione e 700 mila euro tra terreni, appartamenti nella Capitale, ville e contanti. Cifra importante ma presumibilmente distante dal patrimonio reale di uno dei trafficanti più importanti di Roma.

fp

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