Genova – Parlare di sanità pubblica e quindi di ospedali è difficile per tutte le forze politiche. Soprattutto quelle che hanno raccolto l’eredità dei grandi partiti della seconda metà del novecento che sull’altare della razionalizzazione dei costi e del risparmio economico hanno venduto, quando non svenduto, ai privati la nostra sanità.
Sanità ai privati
Privati che giustamente hanno tratto profitto da quel comparto che rappresenta più dell’80% del bilancio regionale, spesso tagliato sui bilanci e aumentato il costo delle prestazioni. Ma tagli su tagli siamo entrati a piedi giunti n una pozzanghera maleodorante che si chiama Covid-19 senza avere le strutture necessarie per affrontarlo. E improvvisamente sono venuti a galla tutti i problemi che la nostra sanità ha sempre avuto ma abbiamo sempre ammortizzato. Ma questa volta è andata male. All’inizio per la mancanza di DPI e di terapie intensive e in ogni momento di personale. La politica ha cercato di sopperire con tanta propaganda, tante promesse, tante dirette. Abbiamo anche risfoderato, per gli operatori ospedalieri, la carta retorica degli “angeli salvatori” che funziona anche per i Vigili del Fuoco che salvano vite e sono perennemente sotto organico.Ma quello che manca non te lo puoi inventare lì per lì. Nel Consiglio Comunale monotematico di oggi è entrata in aula anche l’annosa questione del padiglione C del Galliera che attende di essere sacrificato sull’altare di quella che sembra a tutti gli effetti una speculazione edilizia. 6 piani ristrutturati un paio di volte investendo cifre importanti e che secondo il progetto del “Nuovo Galliera” dovrebbe essere demolito. Dopo molte insistenze la Regione riaprirà due piani, con l’auspicio che lo apra tutto, e nel mentre abbiamo visto allestire navi ospedale e tende da campo.
Mai ammettere gli errori
Ma quello che lascia maggiormente stupefatti è la caparbietà con cui la classe politica si ostina a non rilevare le mancanze, alcune gravi, della neo rieletta amministrazione regionale, come se ammettere di aver sbagliato fosse un atto di debolezza invece che di coraggio e serietà. La gestione di Alisa è stata ed è quantomeno discutibile, la mancata conferma dell’ex assessore alla sanità è la cartina di tornasole che qualcosa non ha funzionato. Ma si punta all’oblio ricalcando vecchi errori che hanno messo in ginocchio migliaia di famiglie italiane.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.