Degrado nelle pile dei viadotti della A24, sotto indagine i vertici di Strada dei Parchi SpA

È di oggi il decreto di sequestro preventivo dei beni per 26 milioni di euro. Le investigazioni nascono da alcune segnalazioni successive al crollo di ponte Morandi

Teramo – È scattato oggi il decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, per un ammontare complessivo di oltre 26milioni di euro, nei confronti dei sei soggetti indagati che nel tempo hanno assunto cariche apicali nella società “Strada dei Parchi SpA”, concessionaria delle autostrade laziali e abruzzesi A24 e A25 e controllata dalla Toto holding SpA.
Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Teramo, che ha accolto le richieste dei PM titolari delle indagini, Laura Colica e Silvia Scamurra, al termine delle complesse investigazioni originate da alcune segnalazioni, successive ai tragici fatti riconducibili al crollo di ponte Morandi, che denunciavano lo stato di evidente degrado delle pile dei viadotti della A24, in particolare di quelli che attraversavano il territorio di Teramo.

Chi sono gli indagati

Grazie alle numerose acquisizioni di documenti nella sede della società Concessionaria Strada dei Parchi SpA e alle molteplici audizioni di dirigenti e funzionari del Ministero dei trasporti e dei responsabili della società, gli inquirenti hanno accertato gravi fatti di reato. Nelle carte si parla di  “inadempimento di contratti di pubbliche forniture”, e di “attentato colposo alla sicurezza dei trasporti e disastro colposo”.
Tra gli indagati a vario titolo ci sono il presidente Lelio Scopa, l’amministratore delegato Cesare Ramadori, il direttore generale di esercizio Gino Lai, il direttore operativo Marco Carlo Rocchi, il direttore tecnico Gabriele Nati, il suo predecessore Mario Bellesia e il responsabile del settore Viabilità, Manutenzione e Ambiente, Marco Pellicciardi.

Attentato colposo alla sicurezza dei trasporti e disastro colposo

I sopralluoghi preliminari e i rilievi fotografici delegati al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Teramo, effettuati alle pile del Viadotto Casale San Nicola nel Comune di Isola del Gran Sasso, hanno evidenziato uno stato di grave degrado con l’ossidazione dei ferri dovuta anche al cedimento strutturale dei copriferri.
A questo punto le indagini sono state estese anche ad altri viadotti della stessa tratta autostradale come Cretara, S. Nicola 1 e 2, Le Grotte, Cerchiara.
Le ispezioni, svolte anche con l’aiuto di consulenti tecnici nominati dai magistrati titolari delle indagini, hanno rilevato criticità su alcune delle pile e degli impalcati costituenti le opere d’arte oggetto di indagine: ammaloramento evidente del calcestruzzo posto a protezione dei ferri d’armatura (c.d. strato copriferro); danneggiamento delle canaline di raccolta e dei discendenti che convogliano le acque di dilavamento provenienti dalla sede autostradale; grave stato di ossidazione dei ferri delle armature esposti agli agenti atmosferici a causa della mancanza dello strato copriferro.

Manutenzione mancata

La grave situazione accertata a partire da settembre 2018 ad oggi delle opere d’arte dei 7 viadotti teramani è stata evidentemente causata dalla totale inadempienza – dal 2009 ad oggi – da parte della concessionaria autostradale degli obblighi di manutenzione ordinaria sulle opere d’arte discendenti dall’atto concessorio.

Le uniche opere di manutenzione ordinaria svolte dalla concessionaria Strada dei Parchi SpA hanno riguardato negli anni la pavimentazione, il verde, le segnaletiche e non le parti strutturali dei viadotti come i cassoni, le pile, gli appoggi e i ritegni antisismici che sono stati abbandonati a loro stessi. Gli unici interventi di manutenzione ordinaria effettuati, sono stati messi in atto a partire dal 2018 e non a spese della concessionaria che ha usato i contributi statali erogati in base ai provvedimenti successivi i fatti di Genova.

Grave poi è risultata anche l’inottemperanza agli obblighi di manutenzione straordinaria che gravavano sulla concessionaria dal 2009 relativamente al Viadotto Temperino, da eseguirsi entro il 2013 ma anch’essi omessi fino al 2018/2019, quando sono stati eseguiti con i contributi dello Stato.

Ciò ha comportato la contestazione alla concessionaria delle gravi inadempienze agli obblighi derivanti dall’incarico pubblico di gestione dell’autostrada A24 nel tratto teramano e la contestazione dell’attentato colposo ai pubblici trasporti, poiché le prolungate omissioni dal 2009 al 2018, ma in parte ancora fino ad oggi, non hanno assicurato la funzionalità e l’esercizio in sicurezza della tratta autostradale e hanno messo in pericolo la sicurezza dei pubblici trasporti.

Continui affidamenti infragruppo: violato costantemente il codice degli appalti

A carico dei vertici della concessionaria sono state riscontrate anche condotte plurime di abuso d’ufficio poiché, abusando della loro qualità di “incaricato di pubblico servizio” pur avendo da Concessione e da legge la facoltà di affidare i lavori connessi all’autostrada ad imprese collegate nella misura massima del 60% del valore della concessione, hanno superato detta percentuale già dal 2015 e – nonostante le varie diffide del Ministero – hanno continuato ad affidare i lavori infragruppo alla Toto SpA Costruzioni Generali anche violando costantemente il Codice degli Appalti.

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