‘Ndrangheta, arrestato latitante sfuggito alla cattura nell’operazione “Rinascita Scott”

Per la Dda di Catanzaro e i carabinieri, Pugliese  è il capo della ‘ndrina dei “Cassarola” attiva nel vibonese

Vibo Valentia  – I carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno arrestato Rosario Pugliese, di 54 anni, detto “Saro Cassarola” latitante da un anno dopo essere sfuggito alla cattura nell’ambito della maxi operazione contro le cosche di ‘ndrangheta del vibonese “Rinascita Scott”. L’uomo è ritenuto dalla Dda di Catanzaro e dai carabinieri, il capo della cosca “Cassarola” operante a Vibo Valentia.

Il suo nome figura nell’elenco delle persone rinviate a giudizio due giorni fa dal Gup distrettuale di Catanzaro con l’accusa di associazione mafiosa. Il latitante, arrestato stamattina, è stato individuato con metodi tradizionali: appostamenti e pedinamenti di persone a lui vicine. Una volta individuato il nascondiglio, i carabinieri sono entrati in azione. L’uomo si nascondeva in un appartamento di Bivona, frazione di Vibo, dotato di tutti i comfort. Una latitanza quasi dorata per il capo dell’omonimo gruppo criminale che i Pardea-Ranisi e Mommo Macrì volevano uccidere e che proprio l’operazione dei carabinieri e della Dda di Catanzaro dello scorso anno sono riusciti ad impedire arrestando anche chi quell’omicidio lo aveva progettato e stava per compierlo.

“Un grosso step che arriva dopo la tenuta a livello probatorio della nostra indagine. Quello di oggi è l’ennesimo colpo inferto alla criminalità vibonese dalle forze dell’ordine che non si adagiano sugli allori ma continuano a lavorare sul piano investigativo”.
A dirlo è stato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, durante l’incontro con i giornalisti dopo l’arresto.
“Non era concepibile – ha aggiunto Gratteri – che su questo territorio ci potessero essere latitanti di rilevante spessore. Per noi la priorità è anche questo per due ovvi motivi: sono soggetti pericolosi in quanto fuori controllo e necessitano di protezione e tale esigenza può portarli a minacciare le persone; il secondo aspetto è che essere latitanti sul proprio territorio significa esternazione del potere, forma di arroganza, quindi per noi è un valore aggiunto e dimostra che noi ci siamo”.

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