Alla Commissione Disciplinare genovese un cumulo di segnalazioni per gli esperti dell’attacco mediatico, i negazionisti del Covid e i no vax
Genova – La resa dei conti in diretta TV o a colpi di post fa male alla scienza e fa male anche alla professione. Sarebbero quasi un centinaio, infatti, gli esposti ricevuti dall’Ordine di Genova contro i medici da mass media, sempre sotto i riflettori del dibattito sulla pandemia.
E parliamo di segnalazioni che arrivano sia dai privati cittadini che dagli stessi colleghi, delle quali non si sente parlare perché questa pila di carte attende la fine dell’emergenza sanitaria.
Procedimenti disciplinari congelati fino al 31 gennaio 2021
“Finché non finisce lo stato di emergenza, per legge tutti i procedimenti disciplinari sono sospesi”, ci spiega il Presidente dell’Ordine dei Medici della Liguria, Alessandro Bonsignore, che poi sottolinea come in questi mesi “ci sia preclusa ogni attività di valutazione di eventuali violazioni delle norme deontologiche”.
A determinare questa paralisi sono state le regole dei vari DPCM, ratificate poi dalla FNOMCeO, la Federazione Nazionale degli Ordini, che per contrastare il rischio di contagio hanno messo uno stop anche alle riunioni tra professionisti.
“Si tratta di situazioni delicate”, continua Bonsignore aggiungendo che “non prevedono neppure la modalità da remoto perché non garantisce la riservatezza: qualcuno, ad esempio, potrebbe registrare la seduta”, precisa.
E così le pratiche sono istruite ma sospese e i medici informati delle pendenze.
“Questo ha fatto sì che alcuni colleghi abbiano cambiato atteggiamento, o perché preoccupati o perché hanno aperto gli occhi. Gli altri, che ritengono le accuse infondate, non si sono mossi di un centimetro e anche questo sarà oggetto di valutazione successiva”, annuncia Bonsignore che ci tiene a ripetere che “i disciplinari sono bloccati e voglio ribadirlo perché in questi mesi in tanti hanno puntato il dito chiedendo perché non sanzionassimo certi soggetti”.
La riforma della Commissione Disciplinare è chiusa in un cassetto
Ma c’è un’altra questione che limita la Commissione Disciplinare e che con il covid non c’entra niente: i decreti attuativi della Legge Lorenzin.
“Il fatto è che la Legge Lorenzin aveva previsto una modifica dell’iter procedurale dei disciplinari”, dice Bonsignore sottolineando che finalmente si prevedeva di “eliminare, attraverso l’istituzione di una commissione terza su base regionale, quella sovrapposizione tra Commissione e Consiglio dell’Ordine che oggi non consente ai membri del Consiglio, essendo anche componenti della Commissione, di inviare segnalazioni né di prendere posizione sugli organi di stampa nei confronti delle violazioni dei colleghi”.
E a mettere questo veto è stata la giurisprudenza della Corte di Cassazione stabilendo che “sarebbe come se un giudice si autodenunciasse la violazione di una norma per poi sanzionarla, o come se lo stesso giudice dicesse alla stampa che un soggetto è colpevole o innocente prima ancora di fare il processo”, chiarisce Bonsignore spiegando che al momento “la Commissione regionale non esiste perché stiamo ancora aspettando i decreti attuativi della Legge Lorenzin e così abbiamo le mani legate”. Come dire, vedo e sento ma non posso denunciare.
Ma quali sarebbero le violazioni? E soprattutto: chi sono i medici attenzionati?
Il catalogo delle lamentele comincia con “i negazionisti del Covid o comunque i virologi che hanno sottovalutato la portata della pandemia”, precisa Bonsignore aggiungendo all’elenco “i medici che spacciano le terapie omeopatiche come risolutive della patologia Covid e i no vax”, scatenati anche sulla possibilità che l’Italia punti all’obbligo vaccinale per l’anti-Covid.
A questi si sommano poi un numero di professionisti che condiscono le loro dirette con gli insulti ai colleghi. Per loro a entrare in gioco “è l’articolo 58 del Codice Deontologico che vieta i comportamenti denigratori e colpevolizzanti”. Esattamente il contrario rispetto agli insulti e ai botta e risposta che abbiamo visto in pandemia, atteggiamenti poco gratificanti che odorano di politica e di cui ci si rende conto facilmente frequentando i social o accendendo la TV.
Un discorso a parte lo meriterebbero poi i nomi di questi personaggi che con i loro proclami hanno contribuito ad aumentare il clima di incertezza nel grande pubblico, predicando tutto e il contrario di tutto, ma Bonsignore non si sbottona nemmeno quando siamo noi a fare nome e cognome e non ci conferma nessuna delle nostre soffiate ma si limita a rivelare che alcuni medici hanno sulle spalle più di una violazione.
Pazienza. Aspetteremo fino a febbraio 2021 quando, se il Governo non deciderà di prorogare lo stato di emergenza, si apriranno i procedimenti e finalmente sapremo.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.