Genova – Il 30 dicembre scorso, la Giunta comunale genovese ha deciso di modificare lo Statuto che regola le funzioni dei Municipi. Da qui le divergenze con la vision del Sindaco Marco Bucci che hanno portato alle dimissioni del consigliere delegato Stefano Costa che, probabilmente, non ha voluto avallare il progetto del progressivo smantellamento dei Municipi.
La rivoluzione silenziosa
Ma per capire di cosa stiamo parlando, bisogna ricordare che il decentramento è attuato dalla maggior parte delle amministrazioni più evolute perché, viste le complesse dinamiche delle società strutturate, aiuta a valorizzare le peculiarità dei territori, la crescita economica delle comunità e, in senso più ampio, il benessere dei cittadini.
“La rivoluzione silenziosa”, così viene spesso definito il decentramento, è fuor di dubbio una delle riforme più importanti degli ultimi 50 anni perché un buon decentramento, tarato sui problemi delle diverse delegazioni, aumenta la qualità della vita e diminuisce i conflitti sociali.
Decentramento e stabilità politica
L’argomento decentramento, oggi discusso nei termini sbagliati di positivo/negativo, è invece da traslare sul tema dell’efficienza, della democrazia, e dello sviluppo economico.
Allo stesso modo è sbagliato pensare al decentramento come fosse la soluzione a tutti i mali dei territori. Bisogna piuttosto considerare che tramite lo spostamento di poteri dal centro verso la periferia, si aiuta l’efficienza del servizio pubblico, si snellisce la burocrazia, e si dovrebbe favorire anche la stabilità politica.
La geografia del malcontento
Nell’attuale contesto di “geografia del malcontento”, causata dalle sempre più crescenti divisioni tra le comunità che si sentono “lasciate indietro” non solo dalla politica poco attenta ma anche dalla globalizzazione e dal digital divide, si avverte la necessità di aumentare l’importanza del decentramento e non di ridurlo.
E per capire bene il ruolo che può avere un decentramento efficiente che miri al benessere dei cittadini, la sua corretta applicazione dovrebbe essere politica, amministrativa e fiscale. Questi i tre supporti necessari perché un territorio funzioni senza che si creino differenze sulla qualità della vita delle popolazioni.
Il decentramento per ridurre i costi
Efficentare il decentramento e promuovere la cooperazione tra i Municipi è l’unico sistema per generare economia di scala, aumenti di efficienza e riduzione dei costi. Per non parlare della rapidità di intervento in caso di urgenze, per esempio, idrogeologiche.
Nel genovesato, fortemente frammentato e dove le interazioni urbano-rurali sono frequentissime, depotenziare i municipi significherebbe abbandonare a sé stesse intere porzioni di “periferie” che rappresentano anche un argine al progressivo dissesto idrogeologico. Ricordiamo che una delle concause delle frane che ormai sono presenti su tutto il territorio metropolitano è proprio l’abbandono dell’entroterra. Il resto lo ha fatto la cementificazione senza regole.
L’accentramento è un ritorno al ‘900
Una città che vuole essere di respiro europeo deve puntare sul decentramento, e quindi sull’aumento delle risorse economiche ai Municipi, per poter offrire alle comunità la possibilità di vivere porzioni di città, soprattutto a Ponente e in Valpolcevera, dove cultura, lavoro, ambiente e qualità della vita, creino un volano che porti benefici all’intera comunità metropolitana.
Quindi il problema non è se il decentramento sia buono o cattivo, ma se in questi decenni ha avuto risultati positivi o negativi.
Le reazioni della politica
Sull’onda di questo dibattito, le reazioni della politica sono state immediate.
Gianni Crivello, capogruppo dell’omonima lista, ha dicharato in una nota che “è giusto rilevare che questa pseudo riforma interverrà pesantemente sui poteri dei Municipi, ridimensionandoli ulteriormente, riducendoli a passacarte di decisioni assunte tutte al sesto piano di Palazzo Tursi. Ripeto al sesto piano, nell’ufficio di Bucci e non nella sala Rossa del Consiglio Comunale nè tantomeno nella Sala Giunta Comunale”.
“Che fine ha fatto il consigliere Costa?”, chiede invece il gruppo consiliare M5S. “Le cronache dicono che dopo un litigio con il Sindaco abbia deciso di rassegnare le proprie dimissioni da consigliere delegato a questo progetto. Agiscono alla vigilia di Capodanno mentre sono tutti distratti dalle feste e preparano l’ennesimo colpo alla democrazia e alla partecipazione. Cercano di cancellare l’unico punto di contatto tra i cittadini e la loro politica. L’atto finale della volontà già manifestata in diverse occasioni e con diverse azioni da parte di questo sindaco di cancellare i Municipi e renderli delle inutili scatole vuote senza alcun potere e risorsa”.
Cristina Lodi, capogruppo PD, punta sul ruolo che i Municipi hanno avuto nelle tante vicissitudini e lutti sofferti dalla città: “Il 30 dicembre per ringraziare i Municipi del loro incessante lavoro tra pandemia, neve e alluvioni, ne suona le campane a morte, approfittando del periodo di feste natalizie dove tutti sono più buoni”.
Insomma, se il Sindaco Bucci riuscirà in aula a ridurre il potere dei Municipi, almeno quelli che rappresentano i territori più problematici, per poter decidere in autonomia il dislocamento di nuovi insediamenti industriali, o vendere immobili di pregio per fare cassa, troverà una forte resistenza dei cittadini che non sono più quelli che hanno subito l’annessione del 1926 alla Grande Genova, che ora grande non è più.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.