Con oltre 320.000 dosi somministrate, l’Italia è il primo Paese in UE per numero di vaccinazioni contro il Covid e all’ottavo posto nella graduatoria mondiale della lotta al virus.
La strada è ancora lunga
Ma come siamo messi con le scorte?
Con l’approvazione del vaccino Moderna, il nostro Paese potrà contare su 22,8 milioni di dosi certe entro giugno. Nel frattempo l’Europa ci ha assicurato ulteriori 13.460.000 del vaccino Pfizer-BioNTech e 10.768.000 di Moderna ma con tempi di consegna non ancora definiti e realisticamente non brevi.
Solo il 5% della popolazione sarà vaccinata entro marzo
Spiega Nino Cartabellotta, il presidente della Fondazione Gimbe, che “al di là dell’efficienza logistico-organizzativa del nostro Paese, senza il via libera dell’EMA ad altri vaccini, come ad esempio quello AstraZeneca, o l’anticipo (improbabile) delle consegne, potremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno. In altre parole, siamo ancora lontani dal tradurre questa conquista della scienza in un concreto risultato di salute pubblica”.
Per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, infatti, si dovrebbe vaccinare tra il 60% e il 70% della popolazione, cioè 42 milioni di italiani.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.