“Rinascita Scott”, oggi la prima udienza del maxi processo alla ‘ndrangheta. Alla sbarra anche politici, massoni e colletti bianchi

Gratteri: “Fare il processo in Calabria è un segnale, la gente potrà capire che può fidarsi di noi, che possiamo dare delle risposte”

Lamezia Terme – 325 imputati, 400 capi d’imputazione, 900 testimoni chiamati dall’accusa e oltre 2.000 nella lista delle difese.
Sono questi i numeri di “Rinascita Scott”, il maxi processo iniziato stamattina nella nuova aula bunker di Lamezia, che vede alla sbarra uno dei clan più influenti e feroci della ‘ndrangheta vibonese, i Mancuso di Limbadi.
Alla sbarra, insieme agli uomini delle ‘ndrine, anche politici, avvocati, commercialisti, funzionari infedeli dello Stato e massoni. Uno su tutti l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, che esce dalle carte dei magistrati come il consigliere di Luigi Mancuso, il boss dei boss che teneva in mano i contatti che contano e che di questo processo è uno degli imputati di maggior spessore.

Gratteri: “In questi ultimi anni c’è stato un avvicinamento della gente, che ha denunciato”

Una giornata storica quella di oggi, non solo per i numeri del processo ma anche perchè le udienze si svolgeranno in Calabria, “a dimostrazione che non siamo il popolo delle incompiute”.
Ci tiene a precisarlo Nicola Gratteri, il Procuratore capo di Catanzaro che prima di entrare in aula ha sottolineato: “È un segnale anche perché la gente deve e può capire, senza alibi per nessuno, che si può fidare di noi, che possiamo dare delle risposte. Prova ne è che negli ultimi anni c’è stato un avvicinamento della gente, che ha denunciato”.

E il percorso per ottenere l’aula bunker non è stato breve ma è iniziato “subito dopo gli arresti“, ha proseguito Gratteri con “continue richieste al Ministero per avere una struttura idonea, adeguata all’importanza della Calabria e dei calabresi, perché noi dobbiamo dimostrare di essere capaci ed efficienti”.
E così è stato, tanto da trasformare un capannone da oltre 3.300 metri quadri, un ex call center, “in un’aula che possiede il massimo della tecnologia disponibile, la possibilità di fare 150 video collegamenti in contemporanea, e può contenere 1.000 persone a distanza Covid. Una delle aule più moderne e attrezzate d’Italia”, ha concluso Gratteri.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.