Diamo uno sguardo sulla situazione delle case di riposo con Ubaldo Borchi, direttore della Residenza Valpolcevera
Genova – Benché l’utilità delle RSA sia ben presente in una Regione anziana come la Liguria, il Covid-19 ne ha evidenziato alcune falle che hanno visto la concentrazione di infezioni e decessi in molte strutture a causa del virus. Ma ha anche aperto un confronto su come riorganizzare alcuni di questi servizi, magari prendendo ad esempio le RSA che hanno affrontato meglio l’emergenza sanitaria. Probabilmente le residenze per anziani andrebbero maggiormente concatenate al SSN e considerate, non solo un posto dove mettere i nostri vecchi, ma un vero e proprio supporto sociale per le famiglie.
A un certo punto dell’emergenza sanitaria, è indubbio che le RSA siano state considerate un’estensione degli ospedali che, per mancanza cronica di risorse, si sono trovati in grande difficoltà. Queste strutture per anziani non sono piccoli ospedali, sono la nuova casa per molte persone che non possono più stare in famiglia.
Tuttavia ciò non deve portare a sottovalutare l’aspetto sanitario di queste strutture considerando che sempre più spesso accolgono persone con patologie che necessitano di assistenza qualificata. La lezione che dovremmo aver imparato è che le residenze per anziani potrebbero diventare veramente un valido supporto per gli ospedali del territorio oltre ad essere un aiuto per le famiglie.
Bisogna quindi fare un passo avanti per poter trasformare le residenze in veri “luoghi di cura” e non solo contenitori di persone non autosufficienti o di mera “badanza”.
In questa prospettiva ha senso anche puntare a RSA che possano integrare le funzioni che hanno strutture di degenza post ospedaliera superando così la concezione di “ospizio”e trasformando le RSA in una vera risorsa territoriale.
Ma questa trasformazione va promossa con investimenti e aiuti da parte dello Stato per agevolare quelle strutture che meritano di fare il salto di qualità. E questo comporta la necessità di una revisione al rialzo dei parametri, degli OSS, dei fisioterapisti, degli infermieri, e quindi dei minutaggi che sono un vero vincolo all’assistenza di qualità.
E in questa necessità di aumento della qualità delle RSA si inserisce a pieno titolo il problema della sicurezza degli ospiti.
Sono sempre più frequenti i casi di maltrattamento ai danni di anziani non autosufficienti da parte di personale con pochi scrupoli, magari senza i requisiti necessari e sottoposti a trattamento economico inadeguato.
Una maggiore concatenazione delle RSA nel sistema del SSN porterebbe a maggiori controlli della qualità di vita degli anziani e del loro trattamento, sia in termini di vitto che di alloggio, e imporrebbe alle strutture una selezione più accurata del personale.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.