Sestri Ponente, portoni come WC: l’ultima trincea del decoro urbano

Massimo Romeo (lista civica Il Prossimo Medio Ponente): “Abbiamo sollecitato l’ampliamento dell’ordinanza anti alcool ma la nostra richiesta è rimasta lettera morta”

Genova – Provare disagio a entrare e uscire dal portone di casa propria perché c’è qualcuno che fa pipì sulla soglia è diventato di norma per chi abita nei dintorni di via Soliman, nella zona di Sestri Ponente che convive con lo stabilimento Fincantieri.
È qui fuori, infatti, che gli operai delle ditte in subappalto consumano i pasti, annaffiati da una bella quantità di alcol che all’interno dell’azienda non si può comprare né bere.
Una situazione di puzza e degrado ormai insostenibile. E così le denunce dei residenti esasperati hanno preso la via del municipio.

Ce lo spiega Massimo Romeo, che nel parlamentino locale ha anche la delega al Decoro urbano: “Sono consapevole che quando si parla di lavoratori bisogna ragionare con rispetto, ma qui la misura è colma. Ci sono persone che urinano in ogni dove, bivacchi ovunque. Noi come Municipio ci siamo fatti carico diverse volte di questo problema, partendo da una mozione votata in Consiglio a gennaio 2019 che abbiamo poi portato all’attenzione dell’amministrazione comunale chiedendo all’allora assessore alla Sicurezza, Stefano Garassino, un ampliamento dell’ordinanza anti alcol già applicata per Cornigliano”, ma non è successo niente. Solo qualche selfie per il quartiere.
Il municipio si è quindi rivolto direttamente “ai referenti di Fincantieri”, precisa Romeo aggiungendo che la risposta dell’azienda si è concretizzata in uno spazio dove far mangiare gli operai, “ma le cose non sono cambiate” e il viavai di zozzoni non si è fermato.
Per questo il Municipio si sta muovendo ancora, per chiedere un’altra volta l’ampliamento dell’ordinanza, cosa che, conclude Romeo, “potrebbe essere lo strumento giusto per dare alla Polizia Municipale la possibilità di intervenire, magari destinando del personale apposito che eviti di scoprire altri servizi”.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.