Stupidario politico, dallo sciopero del sesso ai “besughi” nell’anno del Drago

L’anno del drago o di Draghi

Correva l’anno del drago o di Draghi, tecnico di nome Mario, come Monti prestato alla politica. Ove, nel calendario cinese il drago è onnipotente. È vistoso, attraente e pieno di forza e vitalità. In Cina il Drago è il segno dell’Imperatore cinese o l’elemento maschile Yang. Il Drago è il simbolo del potere e della ricchezza.

È giusto dire che le persone nate nell’anno del Drago hanno un naturale carisma e sono sicuramente dotate di potenza e fortuna. È improbabile che passino inosservati ad una festa o ottengano il secondo posto in una competizione. Il Drago ha una mente attiva e mostra un forte interesse per il mondo che lo circonda. È una persona sicura di sé al punto da sapere come dare una buona impressione. Siccome sono più grandi della vita stessa, i Draghi fanno qualsiasi cosa su larga scala. Sono egoisticamente egocentrici e ambiziosi, al limite della megalomania. Non si fermano di fronte ad alcun ostacolo per ottenere ciò che desiderano. Una persona nata in questo anno indossa la corona del destino ed è capace di ottenere grossi risultati, se sa come sfruttare la sua straordinaria energia, l’intelligenza e il talento. Pur amando essere al centro dell’attenzione, queste persone hanno anche un aspetto coraggioso e caritatevole. Se un amico di un Drago si trova di fronte ad un problema, egli offrirà aiuto, e quando gli altri lasciano il campo di battaglia, il drago fa un passo avanti per risolvere il problema dell’autorità e della dignità. I Draghi richiedono che le azioni, per loro o per gli altri, siano efficienti e sono sorpresi quando gli altri non riescono ad occuparsi di un compito; sono così trasportati dal processo di azioni che non vedono le debolezze delle altre persone.

Mario Draghi

La supremazia dei tecnici sulla politica

Pensate, perciò alla forza di un drago al quadrato. Anche se nella realtà il 12 febbraio 2021 inizia l’anno cinese del Bufalo secondo il calendario lunare cinese. Il 2021 non sarà un anno facile per i nati sotto il segno del Bufalo o Bue. Tra bufali e bufale. E l’ultimo anno del drago è stato il 2012 e il prossimo sarà soltanto nel 2024. Pero’, aspettando il 2024 a me piace comunque pensare all’era di Draghi e, come molti hanno sottolineato, alla supremazia dei tecnici sulla politica. Quella attuale. Potere della suggestione di un nome calato perfettamente in un personaggio. Quasi si trattasse di un predestinato.

Un guazzabuglio

Già, la politica e quanto esprime, o ha espresso,  in questo momento di pandemia, di corsa ai vaccini, di crisi dell’economia e di governo e di crisi dei valori. In un tutt’uno che racchiude politica e antipolitica, vision e visioni. Sogni e incubi, realtà difficile e narrazioni più o meno accattivanti. In una gara al ribasso tra chi sa e chi crede di saperla lunga; tra chi si sente inadeguato e vuole studiare e conoscere e chi pensa di capire tutto.  Tra chi ascolta, ragiona e cerca una soluzione e chi la soluzione crede di averla a prescindere e addomestica a suo uso e consumo la realtà. In politica come nella vita. Dalla battuta più o meno provocatoria e azzeccata alla opportunistica confusione dei piani di ragionamento. In un guazzabuglio, più o meno volontario che genera altro caos.

Al bando la pillolina blu

E allora c’è chi suggerisce lo sciopero del sesso, ma solo ad una certa età, come una improvvisata sorta di class action contro Pfizer che centellina l’arrivo del vaccino antiCovid, mettendo in mora la classica pillolina blu di cui la stessa azienda è stata produttrice. Ignorando, magari, che nel frattempo è stata soppiantata dal Cialis e che nel 2013 il brevetto per l’Italia è scaduto.

Era soltanto una battuta è una scherzosa provocazione,  si giustificherà in seguito lo staff mediatico del proponente burlone. Suscitando, comunque, la sollevazione di chi, pur ad una certa età, continua ad individuare nel sesso una componente importante dell’attività vitale.

Quel saluto romano nel giorno della memoria

Scherzo o no, battuta, goliardia o più semplicemente atto politico, c’è chi nel giorno della memoria vota una delibera dell’amministrazione comunale levando il braccio destro teso nel saluto romano. Con immediata esecrazione anche di molti compagni di partito. Eppero’ c’è chi se la cava generando altra confusione. Gli autori del gesto sono semplicemente  “besughi”, ma l’atto in se è “intollerabile”. Insomma, traducendo, un gruppo di scimuniti – aggiungerei nostalgici – che in ogni caso, al di la’ della capacità di intendere e di volere, amministra in un comune della città metropolitana a qualche chilometro da Genova. Ma del resto era possibile attendersi qualche cosa di più dallo stesso rappresentante istituzionale che qualche anno fa ha glissato sulla presenza con tanto di fascia tricolore di un suo consigliere con tanto di delega alla cerimonia di commemorazione dei caduti della Rsi? Tanto da far sbottare il presidente dell’Anpi Massimo Bisca “Autorizzare un consigliere comunale ad andare, con la fascia tricolore, al cimitero di Staglieno a rendere omaggio ai caduti della Rsi non è un atto di pietà per i morti. È una presa in giro degli altri morti quelli della Resistenza, quelli della deportazione, civile e militare, quegli stranieri che hanno scelto di battersi per la nostra liberta’, come altri nostri concittadini hanno fatto in altri paesi”.

Marco Bucci, Sindaco di Genova

È sempre colpa dei giornalisti sciacalli

Comunque c’è di più. Perché l’uomo delle istituzioni, visto che qualcuno deve colpevolizzare, lo fa scagliandosi contro il troppo clamore mediatico. Gia’, giornalisti, sciacalli e vil razza dannata. Quei tre con il braccio destro teso in pratica “so’ ragazzi”, e l’episodio definito intollerabile alla fine, magari è da annoverarsi come goliardia, o peggio folclore.

Strano comportamento per un uomo tutto d’un pezzo, abituato a dire pane al pane, tanto da aver assistito al congedo nel breve periodo di una amministrazione nemmeno conclusa di tre segretari generali. Tanto che il capogruppo dei CinqueStelle Luca Pirondini osservava: “Anche Pasquale Criscuolo fa le valigie, attendiamo la versione del diretto interessato ma noi ricordiamo le parole di Uguccioni secondo cui Bucci ‘pensava di gestire il comune come si farebbe con un’azienda privata”.

Epperò questo è, anche se sull’accaduto della strana commemorazione del giorno della memoria sta indagando la Prefetto Carmen Perrotta sollecitata dal collega del primo cittadino genovese Paolo Bruzzone, con tanto di apertura di un’inchiesta e l’iscrizione nel registro degli indagati dei tre “besughi/ragazzi”, con l’ipotesi di aver violato la legge Mancino. Il capogruppo di Forza Italia, l’avvocato Mario Mascia, di fronte al sindaco Bucci che si augura che “ impariamo a rapportarci in modo diverso su questi temi”, spiega che “Nessuno deve avere il copyright su antifascismo e antinazismo”. E chissà se il buffetto e il “besughi” potrà far parte di un nuovo copyright.

Angelo Vaccarezza

Hezbollah, questi sconosciuti

Intanto qualche giorno dopo la celebrazione della giornata della memoria ci pensa il capogruppo di “Cambiamo” in consiglio regionale, Angelo Vaccarezza ad elevare il livello della politica locale presentando e discutendo un ordine del giorno approvato con 18 favorevoli e 11 astenuti, affinché anche l’Italia riconosca Hezbollah come organizzazione terroristica. Un’iniziativa nata da una sollecitazione ricevuta da Cristina Franco, presidente dell’associazione Italia-Israele, e subito accolta dal consigliere nel nome della lotta al terrorismo. Legittima la soddisfazione: ““Siamo la prima Istituzione italiana – ha spiegato Vaccarezza – a parificare la condanna verso Hezbollah, non solo nella sua componente militare, ma anche in quella politica. Un provvedimento che negli scorsi anni è stato preso da molti Paesi europei come Germania, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Austria, Lituania, Estonia e Repubblica Ceca ma anche, fra gli altri, da Stati Uniti, Giappone, Israele, Argentina, Bahrein e Emirati Arabi.

La Germania, la prima a muoversi su questo fronte insieme a Stati Uniti e Israele, ha sollecitato più volte l’Italia ad adeguarsi e noi oggi abbiamo fatto un primo passo in questo senso.Con il nostro provvedimento chiediamo anche all’Italia un passo in più per far sì che pure la parte politica di Hezbollah non possa fare liberamente propaganda e proselitismo. Del resto, la stessa Lega Araba ha definito questa organizzazione come una delle più grandi minacce alla pace mondiale”.

L’ambasciata Israeliana ha provveduto, in segno di riconoscenza, a far pervenire un ringraziamento ufficiale a Regione Liguria e al presidente Giovanni Toti. “Ho ricevuto la telefonata dell’amico ambasciatore di Israele Dror Eydar – ha spiegato il Governatore– che ci ha ringraziato per la mozione, prima in Italia, del Consiglio regionale della Liguria che dichiara Hezbollah un’organizzazione terroristica”. Una sorta di lotta all’antisionismo al pesto. Tanto che qualcuno osserva e consiglia “meglio continuare ad occuparsi di focaccia”. Ma c’era giusto chi diceva, poco sopra che nessuno deve pensare di poter aver un copyright sul tema. Perciò giusto così.

Ferruccio Sansa

 

Quell’interrogazione sgradita

Poi ci sono le cose più serie, che riguardano il sottile discrimine fra informazione e politica e i politici e quei rappresentanti della vil razza dannata. E peggio ancora se il politico seduto fra i banchi dell’opposizione il giornalista lo ha fatto. Capita, per esempio, che l’ex collega, visto che al momento fa il politico di professione ed essendo il candidato presidente della coalizione “giallorossa” sconfitta dal centrodestra, sieda fra i banchi dell’opposizione, ad ottobre presenti una interrogazione in cui chiede conto dei finanziamenti e dei contratti pubblici che l’emittente PrimoCanale ha ricevuto dalla Regione di Giovanni Toti – “parliamo di milioni di euro” spiega Sansa -. Finalmente qualcuno che va oltre ai rumors. Spiega Sansa: “All’ordine dei giornalisti arriva una mail da parte del direttore di PrimoCanale. Tra l’altro si punta il dito contro la mia interrogazione e si chiede un “severo intervento” dell’organo di disciplina. Avete mai visto una cosa simile? Insomma, secondo PrimoCanale, dovrei subire delle sanzioni disciplinari – decise da un ordine professionale-  per aver esercitato le mie funzioni di consigliere regionale eletto dai cittadini. Tralascio il dettaglio che oggi sono in aspettativa come giornalista perché faccio il consigliere regionale e quindi l’Ordine non ha competenza su ciò che dico. A maggior ragione se nell’ambito del mio mandato”. Conclude Sansa:” sar’ comunque felice di andare all’Ordine dei Giornalisti. Sara’ l’occasione per affrontare la questione dei finanziamenti e dei contratti da milioni di euro che PrimoCanale ha ricevuto negli ultimi anni”. Insomma, è la stampa bellezza, tra pubblicità e informazione.

La protesta di Primocanale

Prevedo l’Ordine impegnato in una sorta di buffetto/besugo” all’ex collega chiedendogli le ragioni di qualche insinuazione sull’obiettività degli ex colleghi dell’emittente condizionata dagli accordi commerciali. “ In un post sulla sua pagina Facebook in data 15 novembre 2020 Sansa definisce “Chihuahua” i giornalisti di PrimoCanale” spiega il direttore nella sua lettera indirizzata al presidente dell’Ordine Filippo Paganini chiedendo il severo intervento del consiglio disciplinare. Insomma anche i “chihuahua” potrebbero fare i cani da guardia dell’informazione. O no?

Giusta la precisazione dell’ormai ex collega e consigliere regionale Ferruccio Sansa sulla presunta incompetenza della sede. Anche se poi per le presunte diffamazioni esistono sempre i tribunali della Repubblica. Gli stessi che appena qualche giorno fa hanno dato ragione ad una collega e ad un politico, entrambi querelati per aver fatto cronaca. Ma ormai il nostro mondo a contatto con la politica è questo.

Matteo Bassetti, faccia da murale

Lo stesso che tributa gli onori della cronaca al professor Matteo Bassetti recentemente gratificato da un murales dall’artista Svevo. Ne da’ notizia proprio PrimoCanale: “Matteo Bassetti, l’infettivologo genovese più mediatico d’Italia, è comparso anche su un murale su una saracinesca in Via Chabrera, nel centro storico di Genova. L’artista, il trentacinquenne genovese Stevo, lo ha ritratto su sfondo giallo, con camice bianco, l’aria spavalda e sbarazzina, con addosso un paio di occhiali da sole gialli e fra le labbra una sigaretta.

“Paura Vaccino Las Zenas”, la frase che fa mostra di se in fondo all’opera. Lo stesso Stevo ha spiegato di aver voluto parlare di vaccini in un momento in cui se ne parla molto e che nel suo disegno non c’è nessuna vena polemica nei confronti di Bassetti, ma semplicemente ha voluto raffigurare un genovese diventato un volto mediatico e conosciuto da tutti.

“L’etere stava svanendo, l’acido era sparito da un pezzo, ma il vaccino stava andando forte” (semi cit. Raoul Duke Bassetti). La scritta che compare sul profilo Facebook dell’artista per parlare dell’opera che raffigura Bassetti”. E comunque anche Bassetti fra i genovesi illustri  facce da murales come gia’ Faber e Don Gallo. Perché in fondo tutto fa pesto.

Già…“ l’etere stava svanendo, l’acido era sparito da un pezzo, ma il vaccino stava andando forte”. Piove governo tecnico. Nell’anno del drago e di Draghi lo sciopero del sesso parrebbe al momento quasi scongiurato. Con buona pace – al momento – “degli anziani fragili e non indispensabili allo sforzo produttivo”. Come ebbe a dire, a suo tempo, il Governatore Giovanni Toti. O chi per lui. Perché in fondo e per concludere… chi più chi meno, siam tutti un po’ “besughi”, come direbbe il sindaco/commissario Marco Bucci… con il suo infinito senso caritatevole per il genere umano.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.