Insulti a Giorgia Meloni: le scuse inaccettabili di Giovanni Gozzini

“Giorgia Meloni? È una scrofa, una vacca, una rana”.

L’insulto arriva da un docente universitario, via radio. Il professore è Giovanni Gozzini, che ha definito la leader di Fratelli d’Italia anche “ortolana” e pesciaiola”.

Un professore che dovrebbe fare dell’altro

Da questo fatto si deducono diverse emergenze sociali che stiamo vivendo in quest’epoca. Ma prima di fare un ragionamento di ordine generale, è meglio mettere un punto: Giovanni Gozzini, docente di Scienze Politiche, non è adatto all’insegnamento e quindi l’Università di Siena dovrebbe esautorarlo dall’incarico. Le scuse del professore, arrivate quando ormai il caso era deflagrato, sono inaccettabili proprio perché, visto il suo profilo pubblico, avrebbe dovuto essere in grado di valutare la gravità delle sue parole prima di pronunciarle.

Le responsabilità della politica

Più in generale, il linguaggio della politica ha portato al dilagare degli insulti e dell’odio soprattutto sui social. Conviviamo con una platea di violenti verbali che sono sempre esistiti ma che erano relegati nel loro spazio di disagio perchè non avevano un mezzo per esternarlo.
Se una classe politica non è in grado di dare l’esempio, difficilmente chi si schiera per l’una o l’altra parte potrà capire quale è il limite da non superare nel confronto politico. La degenazione del costume ha portato al non rispetto dei luoghi istituzionali, dove i vari attori pensano di poter fare ciò che vogliono.

Ristabilire le distanze e rivedere i ruoli

Non ultimo, è venuto a mancare l’indispensabile distacco professionale tra i ruoli. Distanza necessaria affinchè una conferenza stampa, o le dichiarazioni a margine di un incontro politico, non si trasformino in una gazzarra tra amici con risate e battute da bar.
Poi non ci si deve meravigliare che una rissa tra adolescenti si trasformi in uno spettacolo da riprendere con i cellulari.

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.