Sono 23 gli indagati in questa operazione della Finanza di Livorno, compresi il Vicesindaco, due assessori e l’ex segretario comunale
Livorno – Con l’accusa di corruzione sono finiti agli arresti domiciliari il sindaco di San Vincenzo, Alessandro Bandini, e due imprenditori livornesi, padre e figlio, che lavorano nel settore dell’edilizia. Per un ulteriore indagato invece, ex segretario comunale, è stata richiesta l’interdizione dai pubblici uffici che scatterà dopo l’ interrogatorio di garanzia davanti al GIP.
Tutto parte dall’esposto di un privato
Le indagini hanno tratto le mosse da un esposto di un privato cittadino, insospettito da un permesso a costruire rilasciato dal comune di San Vincenzo che andava a modificare lo sky line sul fronte mare, a causa della sopraelevazione e del cambio d’uso di un ex locale commerciale adibito a ristorante, provvedimento poi annullato per due volte dal TAR Toscana perché in contrasto con le norme urbanistiche comunali.
L’appoggio degli imprenditori alla campagna elettorale del Sindaco
Le investigazioni, condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura – aliquota GdF e PM – e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria (PEF) della Guardia di Finanza di Livorno, hanno evidenziato reiterate condotte di ritenuto abuso edilizio, agevolate da altri comportamenti delittuosi: dal falso in atto pubblico alla corruzione, alla turbata scelta del contraente negli appalti ad opera di imprenditori e funzionari.
In particolare, in una serie di casi l’azione del comune di San Vincenzo sarebbe stata, secondo la prospettazione degli inquirenti accolta nell’ordinanza del Gip, diretta ad assecondare le richieste provenienti da imprenditori che hanno contribuito, con varie modalità, ad assicurare – per la rielezione del Sindaco alle amministrative del maggio 2019 – un sostegno politico e finanziario nella misura del 2-3% delle somme incassate per effetto dell’aggiudicazione di lavori pubblici.
Ignorate le prescrizioni del TAR
È emersa una resilienza degli indagati alle decisioni della giustizia amministrativa, adita contro i provvedimenti contestati come illegittimi del Comune. Onde risolvere i vizi eccepiti, infatti, sarebbero state studiate strategie tendenti ad eludere la sostanza delle norme urbanistiche, tanto che lo stesso Gip non ha escluso la compatibilità tra l’operazione urbanistica e una possibile condotta corruttiva. In altri casi, gli esponenti politici del Comune hanno tenuto condotte tali da far contestare loro di essere espressione di precisi interessi economici degli impresari assegnatari di lavori pubblici.
I soldi per “Miss Livorno 2018”
Tra gli episodi corruttivi contestati, è emersa la percezione del 2% dell’importo di due appalti del valore di 775.000 e 169.000 euro per la realizzazione di opere pubbliche funzionali a migliorare la viabilità di accesso a un camping. Condotte che sono state ritenute connesse al finanziamento della campagna elettorale per la rielezione a Sindaco del Comune di San Vincenzo nel 2019 e contesto nel quale l’ente pubblico ha organizzato, per auto-promozione, lo spettacolo “Miss Livorno 2018 Miss Notte Rosa”, manifestazione pagata dalla società di costruzioni dei due imprenditori ora agli arresti domiciliari.
In altri episodi è stato contestato il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente con riferimento all’affidamento in gestione di una spiaggia attrezzata accessibile agli animali domestici e di una baracchina di proprietà comunale.
23 perquisizioni in corso tra Toscana e Lazio
Mentre scriviamo, sono in corso 23 perquisizioni nelle province di Livorno (Rosignano Marittimo, San Vincenzo, Campiglia Marittima e frazione Venturina, Castagneto Carducci, Bibbona e Piombino), Firenze (Pontassieve), Grosseto (Follonica) e Roma, saranno di ausilio all’approfondimento di ulteriori ipotesi di condotte delittuose, riguardanti altri esponenti del comune di San Vincenzo e altri privati imprenditori.
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