Caos vaccini in Liguria, il Presidente dell’Ordine dei Medici smentisce: “Nessun vaccino dirottato ai privati”

Facciamo il punto dopo il taglio di AstraZeneca, che in Liguria consegnerà 60.000 dosi in meno

Genova – “Non è vero che i vaccini AstraZeneca sono stati dirottati all’hub della fiera del mare per darli ai privati”. Parola di Alessandro Bonsignore, Presidente dell’Ordine dei Medici ligure, che fa un po’ di chiarezza sulla vicenda dei tagli alle consegne e sul funzionamento del padiglione Jean Nouvel, dove lunedì prossimo si inaugura il centro vaccinazioni più grande della Liguria.

No alla cancellazione degli appuntamenti ma tempi di attesa più lunghi per chi si deve ancora prenotare

“Il taglio di AstraZeneca impatta trasversalmente sul canale medici di famiglia, sul canale ospedaliero, sul canale hub. Impatta su tutti e la realtà è che la capacità vaccinale sarà di un terzo rispetto al previsto, almeno fino a quando non arriveranno altre indicazioni sulle consegne di nuove dosi di AstraZeneca, piuttosto che di Pfizer, Moderna o Johnson & Johnson”.
È molto diretto Bonsignore, anche quando si tratta di criticare la circolare di A.Li.Sa. che imponeva ai medici di famiglia di disdire le prenotazioni, circolare arrivata dopo che Francesco Figliuolo, a capo del nuovo piano vaccinale del Paese, aveva comunicato il ridotto approvvigionamento di vaccini AstraZeneca in Liguria per il mese di aprile: non più 86.000 dosi ma soltanto 26.000, quindi una riduzione del 70%.
“Sulla questione disdette c’è stato un braccio di ferro con la Regione”, spiega Bonsignore sottolineando che “i medici di famiglia, con l’appoggio dell’Ordine, hanno detto no alla cancellazione degli appuntamenti anche per non creare confusione e panico, o attriti con i cittadini”. Questo ha spinto la Regione ad attivarsi per far fronte al buco di AstraZeneca “senza dover mettere in moto la macchina pericolosa delle cancellazioni”.
Detto questo il problema dei rifornimenti resta. Tant’è vero che Regione Liguria ha dato ai medici di famiglia un massimale di pazienti da vaccinare ogni settimana e dunque per chi non si è ancora prenotato i tempi di attesa si allungheranno.

Chi gestirà l’hub della Fiera?

“La gestione dell’hub della Fiera è stata affidata ai privati e qui andrà tutto il personale medico che si è messo a disposizione”. Una lunga lista che solo per le Asl 3 e 4 comprende già 400 professionisti tra “medici di medicina generale, specializzandi, sumaisti, odontoiatri, liberi professionisti, pensionati e giovani medici”, continua Bonsignore segnalando anche che “il sistema è in divenire. Fino a mercoledì il problema sembrava quello della carenza di equipe vaccinali, ed ecco allora la ricerca di colleghi disponibili a mettersi a disposizione, adesso invece il problema è tornato ad essere quello della carenza di dosi”.

Arruolare i privati quanto ci costerà?

Sui costi Bonsignore conferma i comunicati della Regione e precisa che “l’equipe privata prende 17 euro per ciclo vaccinale, cioè prima e seconda dose, che corrisponde esattamente al costo dell’equipe della sanità pubblica”.  A seconda dei contratti stipulati a livello nazionale, infatti, “ci sono due parametri: 6 euro a vaccino per la componente medica e 4 euro per la componente infermieristica e amministrativa, oppure delle tariffe orarie che per i medici prevedono 40 euro l’ora”.

I problemi logistici

Perché concentrare le somministrazioni in un polo come quello del padiglione B della Fiera, in una regione come la Liguria, dove i dati dell’ultimo censimento ISTAT ci dicono che il 15,8% dei residenti ha più di 75 anni? Ce lo siamo chiesto tutti.
“In realtà sappiamo che proprio per la popolazione anziana, cioè tutti gli over 80, è previsto il vaccino Pfizer o il Moderna e quindi purtroppo bisogna ricorrere a realtà ospedaliere o di tipo hub dove ci sia la possibilità di avere i frigoriferi a meno 60, meno 80, e una catena di lavoro di professionisti che preparano le dosi”.
Difficile dunque che si riesca a fare in uno studio medico o in sedi piccole e distaccate, sottolinea Bonsignore che poi tiene a precisare come questo problema logistico non si ponga per tutti gli altri, quelli che possono fare tipi diversi di vaccino e per cui “è non solo importante ma anche indispensabile poter prevedere una diffusione sul territorio. In questo senso ben vengano le sedi distrettuali immaginate dalle Asl, e ben venga la disponibilità delle farmacie dove i medici si recheranno a svolgere le vaccinazioni”.

Liguria fanalino di coda delle somministrazioni? “Le classifiche non contano”

Liguria ferma al terzultimo posto nella classifica delle somministrazioni, seguono Sardegna e Calabria. Questi i dati del Ministero della Salute aggiornati a stamattina.
“Noi come ordine dei medici siamo piuttosto contrari a prestarci a questo tipo di logica, le classifiche non contano”, conclude Bonsignore che pone l’accento su come le top ten non prendano in considerazione che “ci sono condizioni diverse da regione a regione. È chiaro che la Liguria ha una popolazione molto anziana che richiede un’alta percentuale di dosi da somministrare a livello domiciliare e questo ovviamente rallenta i tempi”.
L’importante non è la posizione in classifica ma che le dosi vengano somministrate. Per questo Bonsignore difende il generale Figliuolo: “Le dosi che arrivano non devono andare perse. Ritengo importante quanto detto dal generale Figliuolo, che è stato oggetto di grandi polemiche in questi giorni a livello nazionale e locale, perchè Pfizer e Moderna sono due vaccini che una volta scongelati e predisposti devono essere assolutamente fatti entro qualche ora e quindi nel momento in cui avanzassero dobbiamo essere in grado di avere delle liste di persone pronte istantaneamente a presentarsi”,  altrimenti si vaccini chi passa.
E in questo senso l’Ordine dei medici si è già attivato chiedendo alla Regione di creare delle liste “perché evita anche le polemiche sul fatto che poi venga vaccinato last minute un cinquantenne piuttosto che un ottantenne. Prima o poi dobbiamo farlo tutti, l’importante è non buttare via le dosi perché in questo momento sono il punto più critico di tutta la vicenda”.

Simona Tarzia

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.