Gli spazi dello stabilimento nel cuore della Val Polcevera potrebbero essere rivalutati in tempi brevi. Un vero affare, ma per chi?
Genova – Dopo oltre trent’anni di completo inutilizzo, uno dei buchi più neri della città, è stato finalmente venduto a un’azienda di Bergamo, la Cospe Srl, specializzata nella progettazione e ricostruzione di spazi industriali e immobiliari. Parliamo della Mira Lanza, l’ex stabilimento di detersivi costruito a Rivarolo a metà dell’800, la cui produzione è terminata alla fine degli anni 60 del secolo scorso, lasciando un’area di 44 mila metri quadrati in balìa degli elementi.
Rischio speculazione
Un’operazione che potrebbe cambiare il volto del quartiere e di tutta la vallata, ma che è a forte rischio speculazione, viste anche le prospettive della stagione di riqualificazione di tutta la Val Polcevera, e visti soprattutto i precedenti con le medesime caratteristiche che a Genova, purtroppo, non si contano.
Negli anni sono stati diversi i tentativi di rigenerazione, nessuno arrivato al punto di svolta: fu già ai tempi della giunta Vincenzi che l’area industriale, nel cuore della valle, era finita al centro di un progetto di rinascita, incentrato tutto sulla presenza di una piastra ambulatoriale che potesse dare alla vallata una struttura sanitaria funzionale, moderna, e pubblica. Nel 2009 però gli scenari mutano radicalmente con la scelta di Regione Liguria di assegnare la sede del nuovo ospedale del Ponente a Villa Bombrini (scelta che poi cambierà ancora nel corso degli anni), cosa che ha stravolto i destini di questo grande vuoto urbano, la cui vocazione residenziale e logistica non è mai decollata dal punto di vista progettuale, vuoi per i vincoli e vuoi per i grandi costi di bonifica, necessaria dato il suo passato chimico-industriale.
L’area svenduta a metà prezzo
Poi la svolta a fine marzo: l’area di proprietà del fondo Pegaso, leggi Banca d’Italia, è stata venduta per 9 milioni di euro, un cifra quasi dimezzata rispetto ai 15 dell’ultima asta, andata deserta. Un vero affare, ma per chi?
Per provare a rispondere bisogna aggiornare il contesto urbano della vallata, profondamente mutato nel corso degli ultimi anni con la brusca accelerazione portata, nostro malgrado, dal crollo di Ponte Morandi. Se nel frattempo l’area di Campi è diventata il cuore della logistica cittadina, infatti, Certosa e Rivarolo, stando alle intenzioni, nei prossimi anni potrebbero assistere ad uno stravolgimento, in positivo, portato dal grande Parco del Polcevera e dal Cerchio Rosso firmato dall’archistar milanese Stefano Boeri e progettato nell’area sottostante il nuovo Viadotto Genova San Giorgio.
Ed è proprio qui che sta l’affare: i 44 mila metri quadrati della Mira Lanza, infatti, un domani potranno veder lievitare il proprio valore. Oggi la quotazione media di un metro quadro per un appartamento a Rivarolo è di circa 900 euro, 600 euro per i negozi e circa 500 per i magazzini. Vale a dire che il lordo dell’area dello stabilimento potrebbe valere dai 22 a poco meno di 40 milioni. Questo come partenza. Se il progetto di riqualificazione del Parco del Polcevera decollasse, però, allora le cifre potrebbero essere ben altre.
Ma per arrivare a far fruttare l’area, tutto il tessuto urbano dovrà sapersi adattare. Di fatto ad oggi non esiste una chiara idea di quello che la nuova proprietà ha intenzione di fare e nelle prossime settimane è attesa una presentazione più dettagliata, anche se dall’amministrazione civica già arrivano cifre mirabolanti di nuovi posti di lavoro, l’assessore allo Sviluppo economico Stefano Garassino, ha parlato di almeno 400, e promesse di veto a nuovi supermercati.
Un film già visto: Erzelli e le Torri Faro
Il problema però è lo stesso che stringe la nostra città oramai da decenni: ogni progetto di rigenerazione urbana parte dalla sostenibilità economica dell’operazione e non dalle esigenze della popolazione. In ogni quartiere genovese esistono esempi di progetti calati dall’alto, studiati per far tornare il conto, con buoni guadagni per i privati di turno e poco, pochissimo, lasciato ai territori. Pensiamo all’area di Erzelli, svenduta per 4 milioni al gruppo Spinelli nel 1998 e riacquistata dalla Regione nel 2018 con cifre decuplicate: 40 milioni di euro. E pensiamo alle Torri Faro, costruite, rimaste invendute e poi riacquisite a prezzi di mercato dal solito ente pubblico con i soldi dei contribuenti.
Tutte situazioni che, seppur con caratteristiche differenti, avevano le stesse condizioni di partenza che ha oggi l’ex Mira Lanza, e cioè un’area industriale dismessa, immersa in un contesto di forte mutazione del ‘listino immobiliare’. Staremo a vedere, di certo al momento la chiamata pubblica per capire come restituire quel grande spazio alla città non è ancora arrivata.
Errico Pimentel
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta