In principio fu un melone.
Non c’è triestino che non conosca la scultura, anzi l’acroterio, all’interno del castello di San Giusto.
Manlio Cecovini, chi era costui?
E proprio negli anni ’70 in polemica con i partiti, Manlio Cecovini, professore ma anche pontefice massimo del Grande Oriente d’Italia, scelse il Melone come simbolo del suo movimento autonomista. E prese un sacco di voti. Le liste civiche in realtà sono presenti in Italia già negli anni ’50, ma l’esperienza di Cecovini è stata la più rappresentativa.
Il “Noriega di Taranto”
La storia delle liste civiche è piuttosto controversa, segnata dalla presenza di personaggi a volte pittoreschi, come Giancarlo Cito, soprannominato il “Noriega di Taranto” che nel 1985 sparava invettive populiste contro i partiti “tradizionali”. Un ruolo un po’ più di rilievo, nella storia delle liste civiche, e che attraversa un arco temporale di quasi 40 anni , lo ha avuto Leoluca Orlando a Palermo.
Nel caos degli anni ’90 inizia la stagione dei sindaci
La voglia di gentismo, vera chiave di contatto della politica con le persone “comuni”, e, a partire dal ’94, filo rosso della fortunata e lunga carriera di Silvio Berlusconi, portò nei prima anni ’90 non solo al declino dei partiti, culminato con “mani pulite”, ma alla progressiva personalizzazione della politica. Con questo modo differente di fare politica, dopo i terremoti giudiziari, le liste civiche si sono radicate nei territori difendendo le istanze dei cittadini in maniera capillare. Dal ’93 esplode la stagione dei “Sindaci” Castellani a Torino, Cacciari a Venezia, Rutelli a Roma, Bassolino a Napoli, Bianco a Catania.
A Roma la lista “beautiful”
Un modo per far dimenticare i partiti, i finanziamenti illeciti, gli affari sottobanco, l’azione travolgente del pool di Milano. In occasione del secondo mandato, alcuni di quei sindaci presero le distanze dai partiti di provenienza, perimetrarono la loro azione sul territorio e proposero agli elettori liste a forte caratterizzazione personale con all’interno personalità provenienti da ambiti lontani dalla politica. A Roma quella di Rutelli fu detta “Lista Beautiful”, per le evidenti caratteristiche estetiche. Ebbe successo, e la politica replicò l’esperienza romana, con liste più o meno “belle” e più o meno vincenti. Nacquero liste civiche a nome Moratti, Illy, Tajani, Soru, Galan, Veltroni per ricordare i più noti.
Riavvolgiamo il nastro
Oggi, assistiamo a un processo politico che per certi versi riavvolge il nastro ma non getta via in blocco l’attivismo civico.
Maurizio Lupi, Presidente di “Noi con L’Italia” ha presentato in videoconferenza il progetto per una federazione che unisce le realtà civiche nazionali.
Liguria Popolare entra nel progetto di Lupi
All’interno confluisce anche la lista Liguria Popolare rappresentata dal Sottosegretario Andrea Costa. Federare le liste civiche sparse per l’Italia potrebbe essere il passo per la creazione di un “contenitore” nazionale, ma preferiremmo chiamarlo partito, che si andrà a posizionare nel già affollato “centro” della scena politica italiana. Il tentativo sarà catalizzare gli scontenti moderati nella destra del PD, ma anche chi non vuole rischiare l’estinzione rimanendo in Italia Viva.
Il centro del centro
Alessandro Colucci, braccio destro di Maurizio Lupi, deputato di “Noi con l’Italia” ha affrontato l’argomento senza tanti preamboli. “È una giornata importante iniziamo a costruire il nostro partito, la casa in cui essere sul territorio. Il nostro obiettivo è quello di essere un partito nel centro del Centro Destra con l’ambizione di costruire un partito che rappresenti il Partito Popolare Europeo”.
Un centro nuovo con un po’ di destra in meno
Maurizio Lupi, nel suo breve intervento ha sottolinato l’importanza di questo nuovo progetto politico come “motore della presenza forte e rinnovata dei moderati, dei centristi nell’ambito della coalizione di Centro Destra. Oggi il primo atto che facciamo è quello di federarci, di aggragarci, con l’idea che questa sia l’unica strada che il Centro destra ha per tornare ad essere con forza un centro destra e non una destra. Abbiamo il compito politico di ricostruire dialogando e riaggragando. Noi con l’italia sarà un partito federato che può riconoscere movimenti civici, può accettare il contributo di singoli e accettare la federazione di soggetti politici che continueranno a vivere sui territori ma che a livello nazionale faranno rete con noi”.
Come dire, non buttiamo via l’esperienza dei movimenti civici, delle liste civiche, ma ricostruiamo un grande partito di Centro. Una scelta “democristiana” e ambiziosa. I confronti elettorali sono alle porte, vedremo se il progetto di Lupi sarà vincente
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.