Ghiglione: “Fa piacere vedere che alcuni amministratori pubblici condividono le nostre perplessità. Speriamo non sia troppo tardi”
Genova – Continua a far discutere il progetto di potenziamento della ferrovia merci Campasso-bivio Fegino, analizzato oggi pomeriggio in una Commissione congiunta dei municipi V Valpolcevera e II Centro Ovest.
All’ordine del giorno le ripercussioni dell’opera su Fegino, Certosa, Campasso e Sampierdarena, territori densamente popolati che verranno attraversati dalla nuova struttura ferroviaria progettata da RFI tra il Parco Rugna e l’imbocco sud della galleria Sampierdarena.
“Come gruppo consiliare di Chiamami Genova del Municipio Valpolcevera abbiamo proposto tra gli auditi Mauro Solari, ingegnere esperto di trasporti, che ha espresso diverse criticità in merito all’impiego della linea del Campasso”.
Lo scrive il capogruppo, Davide Ghiglione, in una nota che riporta tutti i dubbi su quest’opera che fa parte del nodo ferroviario genovese, dubbi sulle “numerose intersezioni semaforizzate, ad esempio, che riducono drasticamente la capacità della linea a doppio binario per cui riesce difficile ipotizzare l’inoltro via Sommergibile dei 50-60 treni merci al giorno prevedibili dal porto se questo arriverà a movimentare 5 milioni di TEU”.
Dubbi sulle merci pericolose per cui la nota continua dicendo che si dovrà garantire “il divieto di transito di vagoni RID/ADR, trasportanti sostanze pericolose, da dirottare sulla linea Sommergibile” e poi ancora “la copertura dei tratti in trincea a Sampierdarena mediante gallerie artificiali e la realizzazione di un tunnel fonoassorbente nel tratto del Campasso”.
Ma non basta. “Occorre che RFI mostri alla popolazione una simulazione dei transiti previsti (merci e passeggeri, odierni e futuri), in modo da dimostrare la validità delle sue scelte e l’impossibilità dichiarata di potenziare le linee in fregio al Polcevera, usando il parco di Sampierdarena Smistamento per la formazioni dei treni”.
“Purtroppo la storia di questa Terzo Valico, a cui ribadiamo la nostra contrarietà, ci mostra come sin dalle sue origini le scelte siano sempre state calata dall’alto, senza alcun coinvolgimento delle popolazioni interessate”, conclude la nota aggiungendo che “notiamo quindi con piacere che le preoccupazioni e i dubbi che le associazioni ambientaliste e i comitati sollevano da decenni su questa grande opera siano adesso condivisi da alcuni amministratori e cittadini di queste zone, speriamo solo che non sia troppo tardi”.
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