Ai Nucera e a Francesco Antonio Rodà, invece, il provvedimento è stato notificato in carcere
Il 28 aprile la Corte di Cassazione, con la pronuncia di rigetto del ricorso presentato dagli imputati, ha sancito la conclusione del processo sui “Conti di Lavagna”, certificando l’esistenza di una locale di ‘ndrangheta insediata nella cittadina del levante genovese.
Per questo, la Squadra Mobile, che aveva svolto le indagini culminate negli arresti del 2016, nonché con lo scioglimento del Comune allora guidato da Giuseppe Sanguineti, giovedì ha dato esecuzione agli ordini di carcerazione emessi dalla locale Procura Generale presso la Corte d’Appello per chi ancora non si trovava in carcere.
In manette sono finiti Alfred Remilli, Paolo Paltrinieri e Natale Calderone. I vertici dell’organizzazione, Francesco Antonio Rodà, Antonio, Paolo e Francesco Nucera, hanno invece ricevuto il provvedimento in carcere.
Sul fronte delle condanne, Remilli ha avuto 6 anni e 6 mesi di reclusione, Paltrinieri dovrà scontare 5 anni e 2 mesi, mentre Natale Calderone è stato condannato a 2 anni e 10 mesi.
Più pesanti le pene per i capi: 15 anni e 6 mesi a Rodà (in carcere a Voghera), 16 anni e 3 mesi a Paolo Nucera (detenuto a Terni), 13 anni e 6 mesi ad Antonio Nucera (nella casa circondariale di Torino) e 7 anni e 7 mesi a Francesco Nucera (nel carcere di Marassi, a Genova).
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