Chiude il servizio mensa, Vigili del Fuoco verso lo sciopero della fame

Giordano (USB): “Ora ci chiedono anche di anticipare i soldi dei ticket”

Genova – È iniziata il primo maggio, nel giorno che celebra la festa dei lavoratori, l’operazione di taglio degli addetti mensa alle sedi dei Vigili del Fuoco sotto le 15 unità. E parliamo di numeri importanti a livello nazionale che per la Liguria si concretizzano in 26 persone su 43 che perderanno il lavoro, 13 solo a Genova.
Ma non basta.
Il Dipartimento ha deciso di sostituire il pasto caldo con i ticket ma non ha la copertura, e infatti chiede ai pompieri di anticipare i soldi di tasca propria perché i buoni arriveranno solo a fine giugno.
Un gran pasticcio che si somma alla scarsa attenzione dimostrata per una categoria di lavoratori che ha necessità nutrizionali precise, anche in termini di calorie, per poter mantenere l’equilibrio fisico e continuare a svolgere quel servizio necessario alla comunità che troppe volte i vertici del corpo dimenticano. “Ci serve il giusto apporto calorico e non un precotto riscaldato al microonde”, sottolinea Stefano Giordano, referente nazionale di USB, che poi anticipa a Fivedabliu la decisione del Sindacato di mettersi al fianco dei lavoratori che hanno deciso di non anticipare i soldi perché non vogliono diventare parte attiva dei licenziamenti e che inizieranno lo sciopero della fame. “È un vostro diritto”, ricorda Giordano ai colleghi e aggiunge anche che “se ritenere di non mangiare perché l’amministrazione non vi dà la possibilità di farlo, andate avanti con la vostra protesta”, ma poi raccomanda: “Nel momento in cui sentite che il fisico non vi regge andate subito in ospedale. Lo dovete a voi stessi e lo dovete alla cittadinanza che ha diritto a un servizio efficiente”.
Cronache dei Vigili del Fuoco, eroi dimenticati.

st

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.