Raid su Gaza, Morgantini: “L’immensa bugia degli Israeliani che dichiarano di colpire solo target militari”

È salito a 1500 feriti e 212 vittime, tra cui 61 bambini, il bilancio dei bombardamenti a Gaza da parte di Israele. E va in crisi anche la sanità della Striscia, che da sempre è un target privilegiato dai droni di Tel Aviv, e che oggi vede l’ospedale di Shifa isolato perchè i bombardamenti sulle strade adiacenti al nosocomio impediscono alle ambulanze di portare i feriti.
E tra le vittime di ieri c’è anche un medico, Ayman Abu al-Aouf, capo del dipartimento di medicina interna dell’ospedale Shifa e massimo esperto locale nella lotta alla pandemia.
Fortunatamente i bombardamenti “chirurgici” di Netanyahu hanno risparmiato le scuole dell’Unrwa che ospitano ben 41mila sfollati.
I raid aerei non si fermano e stamattina sono stati colpiti almeno 5 edifici residenziali nella zona nord, Beit Lahia e Jabalia.

Il veto USA per il cessate il fuoco e la vendita di missili. Due facce della stessa medaglia

Sono sempre in stallo le trattative al Consiglio di Sicurezza dell’ONU  per il cessate il fuoco, a causa del veto USA.  Forse il motivo che Biden ha per non voler agevolare una tregua,  sono i 730 milioni di dollari in missili e bombe che andranno a riempire l’arsenale di Netanyahu.

Ma se Gaza è il terminale della violenza israeliana, i problemi, come ampiamente previsto da molti analisti internazionali, stanno nascendo in Israele, dove i palestinesi cittadini di Israele  si sono mobilitati in uno sciopero che presto si è alalrgato oltre i confini. Ma la situazione è destinata a deteriorarsi ulteriormente. Ieri sono partiti dal territorio libanese alcuni missili che fortunatamente non hanno fatto vititme. La risposta di Israele non si è fatta attendere.
In questo clima drammatico abbiamo intervistato Luisa Morgantini, Presidente di Assopacepalestina, già eurodeputato e vice Presidente del Parlamento europeo, componente della delegazione UE per le relazioni con il Consiglio Legislativo palestinese.

fp

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.