Rogo a norma di legge: al momento in cui si è verificato il rogo l’applicazione delle linee guida dei VVF era volontaria
Savona – Non ha colpevoli il rogo che il 23 ottobre 2018, in meno di mezz’ora, ha completamente distrutto la nuova sede dell’Autorità Portuale di Savona, una palazzina costata 9 milioni di euro e ritenuta antisismica e antincendio.
L’indagine, coordinata dal Sostituto procuratore Chiara Venturi e durata più di due anni, non è riuscita a chiarire neppure le reali cause del rogo che pare si sarebbe originato dalla terrazza del quarto piano dell’edificio, per un mozzicone buttato in uno scatolone pieno di carta. Ma su questo punto non ci sono certezze.
Quel che è certo è che non ci sarebbero stati errori di costruzione né da parte del direttore dei lavori, né dell’azienda che aveva ricevuto il subappalto, per questo la Procura ha chiesto l’archiviazione per gli otto indagati. Questa dell’errata realizzazione della palazzina, in effetti, era l’ipotesi che aveva preso campo inizialmente perchè la facciata dell’edificio, costruita con un materiale altamente infiammabile come l’Argisol, non era stata isolata in alcun modo. Il problema è che la norma che impone l’isolamento è entrata in vigore solo un anno dopo, nel 2019, e dunque l’ipotesi è caduta nel nulla lasciando il rogo, di fatto, senza colpevoli e noi senza risposte.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.