Villa Serra, Casissa: “Un mondo al contrario, paghiamo i privati per gestire un bene pubblico”

Questa mattina il presidio organizzato dalla Lista Crivello e da Articolo Uno davanti ai cancelli del Parco

Genova – Continua a far discutere la decisione della Giunta Bucci di affidare ai privati la gestione di Villa Serra. Una scelta dettata dal fatto che il consorzio non funzionerebbe a dovere, dice l’amministrazione. “Una falsità”, ribatte Michele Casissa, Presidente storico di Villa Serra, che poi fa notare come “fino al 2017 il consorzio ha funzionato benissimo e questo lo sanno anche le pietre. La gestione è stata corretta, avevamo i bilanci in attivo, la manutenzione era perfetta e non c’è mai stato nessun problema. Questa è una manovra perché il Comune di Genova ha intenzione di svendere la villa e il suo parco”.
E il problema starebbe tutto nel CdA nominato dalla Giunta Bucci a partire dal 2018, con dei consiglieri inadatti e ben tre presidenti eletti in due anni. Un’ingovernabilità che ha portato a una situazione di degrado peggiorata con l’emergenza sanitaria.
“Gli immobili che oggi verranno dati in gestione ai privati sono costati 15 milioni di euro. Soldi pubblici usati per il recupero del parco e degli edifici storici”, precisa Casissa aggiungendo che la situazione è paradossale: “Il Consorzio dovrà metterci 160mila euro all’anno per favorire l’avvio della nuova gestione. Un consorzio svuotato di tutti i poteri ma che dovrà pagare di tasca anche la  manutenzione straordinaria degli immobili che sono affidati al privato”.
In parole povere: il privato li usa il pubblico paga. Il consorzio, infatti, è formato da tre Comuni: Genova, che ha la maggioranza dei millesimi, e poi Sant’Olcese e Serra Riccò.
Ma non è finita: “In più il consorzio dovrà cedere tutti i suoi mezzi, e guardi che al valore attuale tra scavatori e attrezzature siamo intorno ai 200mila euro, e dovrà farci pure la manutenzione. È una cosa assurda. È come se io le prestassi la macchina e dovresti pagarle la benzina o cambiare una gomma se lei la buca”.
E di nuovo parliamo di mezzi acquistati con soldi pubblici.
Insomma, “una cosa fuori da ogni logica”, conclude Casissa a sottolineare: “Noi non siamo contrari ai privati. L’albergo, il ristorante, la palestra, il catering, il centro congressi, erano tutti gestiti da privati, ma privati che pagavano gli affitti con i quali il consorzio portava avanti la manutenzione della villa. Noi siamo contrari a questa privatizzazione selvaggia che regala un enorme valore pubblico”.

Simona Tarzia

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.