La rivolta dei Vigili del Fuoco: lasciati senza mensa ora dichiarano lo sciopero

Fallito il tavolo di raffreddamento di oggi, USB annuncia lo sciopero per il 29 giugno: “Quando si parla di diritto alla salute e alla prevenzione sanitaria la dirigenza non dà risposte”

Pochi, malpagati e tenuti in scarsa considerazione dai vertici del corpo che hanno deciso di annullargli il diritto alla mensa. Stiamo parlando dei Vigili del Fuoco, quelli che prendono un sacco di pacche sulle spalle ma che oggi, per razionalizzare i costi, vengono lasciati senza un pasto caldo.
Sparisce, infatti, il servizio mensa per i distaccamenti periferici sotto le quindici unità che per un cambio di appalto formalizzato a maggio saranno vincolati al buono pasto, come un impiegato qualsiasi. Peccato però che il lavoro dei pompieri sia imprevedibile, senza una pausa pranzo prestabilita.
“A Genova il diritto alla mensa con la ristorazione diretta è garantito solo nella sede centrale di via Albertazzi e all’aeroporto”. Ce lo spiega Stefano Giordano, referente nazionale del sindacato USB dei Vigili del Fuoco, che poi precisa come la rivoluzione del ticket si sia abbattuta sui distaccamenti di “Bolzaneto, Busalla, Genova Est, Calata Gadda, Multedo, Chiavari e Rapallo” dove è stato fatto “un falso referendum per chiedere ai lavoratori se preferivano il ticket o il pasto veicolato. Tutti hanno risposto che volevano la mensa e così il Dipartimento centrale ha rigettato il referendum e obbligato l’allora comandante Fabrizio Piccinini a imporre una scelta”.

I lavoratori dovranno anticipare i soldi per due mesi di ticket ma c’è chi non ce la fa e scrive al Sindacato per avere un aiuto economico

Ma c’è di più.
Al danno si è aggiunta la beffa perchè manca la copertura economica e così per maggio e giugno i Vigli del Fuoco anticiperanno i soldi dei buoni di tasca propria. Lo conferma Giordano aggiungendo che “a un mese da questa trasformazione non c’è stata alcuna risoluzione dal punto di vista economico e il comandante Vincenzo Lotito non ha altre risposte se non il suo massimo impegno a risarcire le tasche dei lavoratori non appena arriveranno le risorse”. E il comandante, in effetti, non può fare di più perchè di fatto “è senza portafoglio”, precisa Giordano.
Un gran pasticcio soprattutto per le famiglie monoreddito che si trovano una spesa in più sulle spalle. È ancora Giordano a rivelarci che il Sindacato ha anche ricevuto “delle lettere dai colleghi che ci chiedono un sostegno economico perchè non ce la fanno ad andare avanti e due mesi di anticipo dei ticket pesano nell’economia familiare”.
Anche per questo oggi le parti sindacali hanno partecipato a un tavolo di raffreddamento con i vertici del corpo, compresi il presidente commissione paritetica Loris Munaro e il comandante Lotito, ma che “è stato avvilente”, attacca Giordano annunciando che “è stato dichiarato lo sciopero perchè la dirigenza non ci dà risposte, soprattutto quando si parla di diritto alla salute e alla prevenzione sanitaria. E non sono serviti i dati degli studi americani che abbiamo portato e che parlano di malattie cardiovascolari e ipertensione dovute principalmente a una cattiva alimentazione”.

Sulla salute i dirigenti fanno orecchie da mercante

I dirigenti, dunque, fanno orecchie da mercante. Lo ribadisce il coordinatore regionale di USB, Davide Palini, che sulla questione salute è determinato: “Il nostro è un lavoro atipico, non è che ci fermiamo da mezzogiorno all’una e possiamo utilizzare il buono pasto dove ci pare. il vigile del fuoco deve restare nella sede di servizio e non ha l’autorizzazione ad andare da qualche altra parte perchè è sempre operativo”. Per non parlare del fatto che chi si ritrova senza mensa sono i lavoratori delle sedi più piccole, spesso lontane dalla città, e quindi “quando lo acquistano questo pasto? Il giorno prima? Al mattino alle sei? E come lo conservano? Lo riscaldano al microonde?”.
Sembrano questioni irrilevanti ma dopo un turno di 12 ore passato a spegnere un incendio sono problemi che pesano anche sul morale. Conclude Palini: “Per chi fa soccorso tecnico urgente la parte del ristoro è anche un momento di riposo non solo fisico ma mentale, tenendo conto degli stress che si subiscono andando a svolgere attività dove si vedono e si sentono determinate cose che rimangono impresse. Ci vuole la possibilità di staccare. Se invece ho la preoccupazione di come e dove mangiare, è chiaro che aumento lo stress. Ecco l’amministrazione sta aumentando uno stress correlato”.

st

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.