Elisoccorso nel caos, USB: “Drago e Grifo insieme sulla stessa emergenza. Pericolo di incidenti di volo e ritardi nel servizio”

Gli accordi con la Regione non avrebbero tenuto conto delle tempistiche di volo e della dislocazione dei velivoli sul territorio

Genova – Ancora problemi per l’elisoccorso dei Vigili del Fuoco. A denunciarlo è il sindacato USB che lunedì scorso ha partecipato a un’incontro in Prefettura con la Direzione Regionale VVF Liguria, alla presenza del Vicecapo di Gabinetto, Stefano Piccolo, che aveva l’incarico di mediatore tra le parti.
“Abbiamo deciso di fare un tavolo di raffreddamento in Prefettura perchè nella convenzione sulla collaborazione tra pubblico e privato ci sono problematiche logistiche e strutturali”, spiega il referente nazionale del sindacato USB dei Vigili del Fuoco, Stefano Giordano.

La suddivisione del servizio tra Airgreen e VVF

“Il servizio – continua Giordano – è suddiviso in modo tale che l’attività di eliambulanza la svolge il privato di Airgreen con l’elicottero Grifo che ha sede all’aeroporto di Villanova d’Albenga. Un aeroporto che, tra l’altro, dopo le 19 non garantisce le condizioni di sicurezza per l’atterraggio e il decollo e quindi è già successo che dopo le 19 Grifo non si alza e a svolgere il servizio è il nostro Drago”.
E questo nonostante i costi col privato siano triplicati, passando dal milione e 750.000 euro l’anno della convenzione con i Vigili del Fuoco ai 3 milioni e mezzo intascati dal privato.
Non solo: “La nostra priorità dovrebbe essere la velocità” precisa Giordano specificando che, invece, “aver diviso gli interventi per zone non assicura la tempestività degli interventi” perchè “la convenzione non ha tenuto conto della dislocazione dei velivoli sul territorio”.

In due sullo stesso soccorso

E magari il pasticcio fosse solo questo.
Le criticità di gestione e attivazione nelle richieste di soccorso sul territorio ligure sono anche sfociate in sovrapposizioni di competenze fino a far giungere sulla stessa emergenza due elicotteri contemporaneamente. Un problema non da poco che potrebbe provocare incidenti di volo e ritardi sul soccorso. “Tutto questo perchè gli accordi con la Regione non hanno tenuto conto delle tempistiche di volo e della dislocazione dei velivoli sul territorio”, dice Giordano che poi punta il dito sulla “competizione che si è creata con il privato”, che guadagna se fa i trasporti.

Nessun piano industriale per l’elisoccorso dei VVF

Altra nota dolente è la mancanza di un piano industriale: “Vorrei capire perché con i privati il Presidente della Regione Toti fa una gara d’appalto di nove anni e con il Dipartimento dei vigili del fuoco un contrattino di 18 mesi”, prosegue Giordano sottolinenando che in questo modo non c’è nessun interesse del pubblico a fare un piano industriale perchè “se il Dipartimento avesse le stesse opportunità del privato, magari una convenzione di nove o dieci anni, qualcuno lavorerebbe anche un po’ di più a livello romano per sviluppare un progetto un po’ più ambizioso”.
E invece non si muove foglia. Tantomeno sul fronte del personale.
Gli ultimi dati per la Liguria parlano di una carenza che supera ormai il 40% delle piante organiche previste: “All’aeroporto  Cristoforo Colombo è arrivato l’elicottero AW139 della Leonardo con un kit sanitario all’avanguardia a livello mondiale” conclude Giordano lasciandoci con una domanda imbarazzante: “Cosa ce ne facciamo di una Ferrai senza piloti?”. E altro che Ferrrari visto che l’AW139 costa mediamente 12milioni di euro.

Che succede adesso?

Dopo il tavolo di raffreddamento USB ha preso l’impegno di “ritirare” lo stato di agitazione ma preannunciando, comunque, un’eventuale mobilitazione sotto la Prefettura genovese nel caso il Dipartimento non desse riscontri concreti. Il rischio, infatti, vista anche la scadenza della convenzione al 31 dicembre prossimo, è la scomparsa dell’elisoccorso dei Vigli del Fuoco.

Simona Tarzia

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.