Sì alla vaccinazione mista per che ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca
Bisognerebbe essere seri. Soprattutto quando si tratta della salute dei cittadini. Ma quando non s può essere seri perchè di fronte all’emergenza sanitaria si brancola nel buio e si sperimenta giorno per giorno, allora succedono queste cose.
Non è mai esistita una regia nazionale che dettasse le linee di comportamento alle Regioni. In tempi di emergenza sanitaria, si è deciso tutto e il suo contrario ma i governi che si sono succeduti non sono stati in grado di coordinare le regioni sotto un’ unica ala che imponesse comportamenti omogenei. E l’ennesimo pasticcio si consuma in questo frangente, ,dove la vaccinazione mista non sarà adottata da tutti i presidenti regionali.
Si andrà in ordine sparso, e ci sarà chi si adegua alle indicazioni di Aifa e chi continuerà a dire no al mix di vaccini. Chi sospende i richiami con i farmaci a mRna al posto di Astrazeneca finché non avrà garanzie su ulteriori forniture e chi lascia la possibilità di scegliere se avere o meno la seconda dose con il farmaco anglo-svedese anche se si hanno meno di 60 anni.
Un segnale di debolezza del Ministero della Salute e di Roberto Speranza che h solo una possibile soluzione. Messi in soffitta, o quasi, i vaccini a vettore virale, le dosi necessarie di Pfizer e Moderna dovranno aumentare per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge a settembre.
AIFA approva la vaccinazione mista per i soggetti under 60 che abbiano ricevuto una prima dose di Vaxzevria
“In considerazione delle evidenze che si sono appena rese disponibili, dell’attuale assenza di specifiche indicazioni nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) dei farmaci in oggetto e della necessità di consentire il regolare svolgimento della campagna vaccinale” l’AIFA ha espresso Parere favorevole “all’inserimento nell’elenco dei farmaci di cui alla legge 648/1996 di Comirnaty e Vaccino COVID-19 Moderna come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto, nei soggetti di età inferiore ai 60 anni che abbiano già effettuato una prima dose di vaccino Vaxzevria”.
A questa situazione si affiancano le posizioni degli esperti, molti impegnati a fare personal branding, che in quest’ultimo anno e mezzo hanno dimostrato di avere idee tutt’altro che granitiche. E l’ennesimo cambio di rotta lo dimostra.
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