Ecco il video girato all’interno del nuovo impianto genovese di produzione di biometano da gas da discarica
Come funziona?
Per immettere nella rete il biometano occorre purificarlo, effettuare cioè quello che in gergo si definisce upgrading del biogas e che permette la separazione del biometano da altre sostanze, in modo da ottenere un flusso di gas ricco di metano e con determinate specifiche tecniche.
A seconda della composizione grezza del biogas questo processo comprende la separazione dell’anidride carbonica, la rimozione delle sostanze in tracce come ossigeno, azoto, idrogeno solforato, ammoniaca o silossani, più la compressione a una pressione necessaria per l’utilizzo successivo. La rete Snam alla quale si innesta l’impianto di Scarpino, ad esempio, lavora a una pressione di circa 24 bar.
Cosa succede nel nuovo impianto?
Succede che il biogas grezzo prelevato dalla rete di captazione della discarica viene trattato in ingresso con dei filtri a carboni attivi e subisce un processo di desolforazione biologica all’interno di quelle che si chiamano torri di scrubbing. In seguito questo gas parzialmente depurato si comprime a circa 8 bar e si invia a un sistema detto di adsorbimento, composto da due stadi di Pressure Swing Absorbtion (PSA) da 9 tank ciascuno, dove subisce un processo di purificazione finale in cui vengono rimossi CO2 e azoto. Le colonne di adsorbimento vengono rigenerate grazie a una sezione impiantistica di pompe a vuoto.
Il gas così ottenuto è inviato alla cabina di analisi e misura dove si effettuano i test per verificare la rispondenza della qualità alla normativa vigente e avviene la misura fiscale dei volumi immessi in rete.
Infine il biometano arriva alla stazione di compressione dove è nuovamente compresso ma questa volta a 24 bar, che è la pressione di esercizio della rete di trasporto. A questo punto è pronto per essere immesso in consumo. Il gas prodotto a Scarpino è destinato al settore dell’autotrazione.
I numeri
L’impianto di Genova è il primo impianto di produzione di biometano da gas da discarica a scala industriale in Italia, con una capacità di 1.500 m3/h di biogas in ingresso, ed è entrato in esercizio a fine 2020.
5,5 sono i milioni di metri cubi di biometano prodotti in un anno dall’upgrading del biogas generato dai rifiuti solidi urbani.
3.688 le famiglie che si possono soddisfare con questo biometano e 820 le auto che si possono rifornire ogni giorno, con un risparmio di 4.510 tonnellate di petrolio.
st
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.