Il Presidente della Regione ha aggiunto che non comprende la natura della richiesta perchè “sono certo che il sindacato condivida la condanna della violenza”
Genova – “Cari amici della Fiom, ho custodito con attenzione la felpa che mi avete regalato, considerandola un prestito, simbolico e significativo, di cui avere cura, in quanto rappresentante di tutti i cittadini liguri. E sono pronto a restituirla in ogni momento, ma non riesco comunque a comprendere le ragioni della vostra richiesta”.
Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti in una lettera aperta in riposta alla richiesta della Fiom di restituire la felpa con la sigla del sindacato dei metalmeccanici, donata allo stesso presidente Toti.
“Ho riletto con attenzione le mie dichiarazioni e fatico a trovarne di irrispettose verso la vostra organizzazione, e più in generale verso l’impegno del sindacato a favore dei lavoratori. Sono certo che condividerete con me, infatti, la ferma condanna di ogni azione violenta come strumento di rivendicazione sociale. Sono sicuro che la Fiom concordi con me sul fatto che gli agenti in divisa siano lavoratori da tutelare come gli altri, e forse anche di più, vista la delicatezza del loro compito, spesso meno pagato e più rischioso di altri.
Sono altrettanto convinto che la vostra organizzazione sia d’accordo con me quando dico che ogni azione di rivendicazione è sempre legittima, ma deve rigorosamente svolgersi nel rispetto della legge.
E quindi non ho dubbi che anche voi, come me, condanniate nel modo più fermo il ferimento di agenti, sicuramente non voluto ma purtroppo accaduto, che stavano semplicemente assolvendo al loro dovere.
Così come sono convinto che il tentativo di occupare palazzi delle istituzioni, che rappresentano tutti i cittadini, sia una forzatura che travalica le regole delle relazioni industriali e delle legittime azioni di protesta.
Non ho avuto difficoltà a giudicare inappropriato il ricorso alla cassa integrazione da parte dell’azienda e a giudicare legittime le azioni sindacali intraprese, ovviamente fino a quando la protesta non è degenerata in atti contrari alla legge.
E sono altrettanto certo del fatto che la Fiom, sempre attenta ai diritti dei più deboli, si renda perfettamente conto che le legittime rivendicazioni di una categoria di lavoratori non possano essere messe davanti ai diritti di altri lavoratori che subiscono invece un danno.
Mi appare inoltre chiaro che il blocco di strade e altre azioni di questo tipo, oltre a essere illegali, rechino danno a tutta una serie di altri lavoratori: negozianti e commessi, autotrasportatori, rappresentanti di commercio e molti altri, forse ancor più in difficoltà e meno tutelati dal sistema nazionale degli ammortizzatori sociali.
Pertanto non mi è chiaro il senso della vostra missiva, a meno che non abbia frainteso, e che quindi la Fiom approvi azioni violente, illegali e illegittime come strumenti di lotta sindacale. Questa sì, sarebbe per me fonte di amarezza.
Siccome non voglio credere che tutto questo sia vero, vorrei conoscere nel merito quali sarebbero le mie riprovevoli azioni, pronto ovviamente, sia pure con dispiacere, a restituire il vostro simbolo”.
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