Molte amministrazioni hanno scelto la prudenza per la finale con l’Inghilterra: niente maxischermi a Milano né all’Olimpico di Roma. A Genova liberi tutti
Genova – Ancora una volta la politica ha dato prova del suo scollamento con la realtà. La serata di De Ferrari per la finale di coppa Euro 2020 ha messo in luce le ipocrisie e le contraddizioni della gestione della cosa pubblica, oramai in balia della ricerca frenetica e compulsiva di consenso, like sui social e visibilità fine a sé stessa.
Pensare di organizzare il maxi schermo in piazza per vedere una finale di questo livello senza prevedere che il pubblico sarebbe arrivato anche prima della chiusura delle transenne vuol dire due cose: essere dei dilettanti nell’organizzare eventi e non conoscere assolutamente le dinamiche sociali della propria città.
I fatti sono semplici da raccontare.
La piazza con il maxi schermo doveva avere posti limitati e regole ferree, per evitare situazioni considerate a rischio contagio. Per questo doveva essere chiusa e resa accessibile previo controlli. Peccato però che prima ancora di chiudere decine di ragazzi fossero già sul posto, assolutamente pacifici, sicuramente entusiasti, carichi per la grande serata di calcio, e determinati a non cedere di un centimetro. Ce ne fossero, e non solo per le partite di pallone.
E così l’organizzazione è andata farsi benedire senza neanche aver iniziato. Qualcuno ha avuto pure la spocchia di chiamare (supplicare?) il reparto anti sommossa della Polizia di Stato per mettere la pezza su una figuraccia colossale. Dove non arriva il cervello, arriva il manganello. È la storia del nostro Paese.
Ma per fortuna chi si occupa di ordine pubblico per davvero, non come certi improvvisati, sa benissimo come gestire le folle, e il reparto si è limitato a fare la comparsa e la presenza d’ufficio. E la cosa si è risolta nell’unico modo possibile: lasciare la piazza al popolo. Popolo che ha l’unica colpa, certamente grave, di aver la capacità di scegliersi una classe dirigente mai all’altezza, se non per arroganza.
Il Sindaco ha poi parlato di inciviltà dopo questa invasione pacifica della piazza. Eppure è lo stesso luogo dove i ragazzi hanno assistito due mesi fa al countdown per l’uscita dalla zona gialla.
Ve lo ricordate? C’era anche il dj set, e i nostri politici a farsi selfie, non senza qualche raccomandazione paternalistica tanto cara in questa stagione caratterizzata dallo scarica barile sulle responsabilità individuali per la tenuta del sistema sanitario della nostra regione e del nostro Paese.
Sistema sanitario traballante che ha chiuso in casa tanti giovani, privandoli della scuola (perché la didattica a distanza non è scuola) e della socialità, per salvare gli anziani che poi sono morti lo stesso. A grappoli. E quando questi ragazzi avranno 70 anni con buone probabilità non ci sarà più neanche un sistema sanitario così accessibile a tutti, visto l’andazzo della politica. Dove sta l’inciviltà?
Errico Pimentel
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta