La variante Delta supera quella Alpha: schizza l’indice Rt e la media italiana sale a 1,26

Il sorpasso è arrivato questa settimana, ma il tasso di occupazione degli ospedali per ora resta sotto soglia

Dopo l’ultimo decreto Covid che ieri ha fissato i nuovi parametri per i colori delle regioni che per entrare in zona gialla prevedono una soglia del 10% per le terapie intensive e del 15% per i reparti ordinari, ecco l’aggiornamento sul monitoraggio regionale settimanale in diretta dalla conferenza stampa di oggi con il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza.

Raddoppiano i casi settimanali

Anche in Italia, come nel resto d’Europa, si comincia a vedere un’inversione di tendenza e un trend in crescita dei nuovi casi. Il dato tecnico: i comuni dove nelle ultime due settimane c’è stato almeno un caso di Covid passano da 2.267 a 2.958 e l’incidenza mostra come la crescita sia marcata in quasi tutte le regioni. Di più. Nell’ultima settimana crescono i nuovi casi nella fascia di età tra 10 e 19, tra 20 e 29, seguite dalla fascia di età tra 30 e 39. È dunque la popolazione più giovane che in questo momento alimenta la circolazione di nuovi casi.

Addio alla Zona bianca nazionale?

L’incidenza a 7 giorni, calcolata con i dati del Ministero a ieri sera, fotografa un’evoluzione molto rapida: 11 casi su 100.000 abitanti due settimane fa, 19 casi la scorsa settimana e 41 ieri, con alcune regioni che hanno superato anche la soglia dei 50 casi ogni 100.000 abitanti. Con questi dati sarebbe inevitabile l’addio alla Zona bianca nazionale se il Cdm non avesse dato il via libera a criteri più elastici. Da oggi, infatti, si contano il peso dei ricoveri e i posti letto occupati in terapia intensiva.

Ricoverati sempre più giovani

Un dato da sottolineare è che in quasi tutte le regioni l’età media di chi contrae l’infezione si sta abbassando. L’età mediana alla diagnosi è 25 anni, l’età mediana al primo ricovero è 48 anni e si sta abbassando anche l’età mediana del ricovero in terapia intensiva che scende a 59 anni. Resta più o meno stabile l’età mediana dei deceduti, cioè 78 anni.

Gli scenari di impatto sul sistema sanitario al 20 agosto

Sulla base dei dati dei ricoveri, anche la proiezione di impatto sugli ospedali al 20 agosto mostra per cinque regioni – Calabria, Campania, Lazio, Sardegna e Sicilia – la probabilità che si saturi tra il 5 e il 50% e che si occupi il 10% dei posti letto in terapia intensiva e in area medica.

Variante Delta: il sorpasso

Per la prima volta negli ultimi 45 giorni il numero di segnalazioni di casi causati dalla variante Delta ha superato quelli della variante Alpha. Circola molto di più ed è anche più contagiosa, e sta facendo schizzare alle stelle l’indice di contagio Rt, che in sette giorni da sotto la soglia critica è salito  fino a 1,26. Solo una settimana fa, invece, l’indice Rt stava dentro il livello di guardia, fermo allo 0,91.

Come siamo messi con i vaccini dopo che CureVac non ha passato i test clinici?

Dopo il picco di consegne nella settimana dal 28 giugno al 4 luglio (5.669.727 dosi), nelle due settimane successive le forniture settimanali si sono attestate intorno a 2,6 milioni di dosi.
Anche senza il mancato aggiornamento delle consegne previste – l’ultimo update è del 23 aprile – è realistico prevedere che nel terzo trimestre arriveranno solo vaccini a mRNA, visto l’imminente tramonto di quelli a vettore adenovirale, come Johnson & Johnson e AstraZeneca, e il mancato superamento dei test clinici da parte di CureVac.
Quanto alle somministrazioni, al 22 luglio il 68,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 54,7% ha completato il ciclo vaccinale. Un dettaglio importante: una quota ancora significativa della popolazione sopra i 50 anni non ha fatto neanche la prima dose, mentre oltre il 50% dei giovani tra i 20 e i 39 anni, invece, ha ricevuto almeno la prima dose.

La conferenza stampa

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.