Costi alle stelle per la fornitura al 2023 e grossi affari per Big Pharma. La conferma da un’inchiesta del Financial Times
L’Europa alle prese con la ripresa dei contagi spinti dalla variante Delta e con l’ipotesi di dover ricorrere anche ad una terza dose, sul modello adottato da Israele che ha iniziato a vaccinare gli over 60 con il ‘booster’, rischia di dover fare i conti col rincaro dei vaccini.
Le voci che circolavano da mesi sembrano infatti confermate dal Financial Times che ha potuto leggere alcune parti dei nuovi contratti di Pfizer e Moderna firmati con Bruxelles per le prossime forniture all’UE di 2,1 miliardi di dosi entro il 2023. Un aumento che va oltre il ritocco all’insù: il nuovo costo di una dose Pfizer – riporta l’Ft – è di 19,50 euro, quattro euro in più rispetto ai 15,50 euro della precedente fornitura.
Per Moderna il tariffario sale invece a 25,50 dollari a dose dai 22,60 dollari del precedente accordo. Ma meno dei 28,50 inizialmente previsti grazie ad un ampliamento dell’ordinativo da parte di Bruxelles.
E i rincari, così come il boom della domanda, faranno sentire i loro effetti benefici sui conti dei due colossi farmaceutici. Nell’ultima trimestrale del periodo aprile-giugno, Pfizer ha stimato infatti un rialzo del 30% dei ricavi. Solo nel secondo trimestre il vaccino anti-Covid ha generato per Pfizer 7,8 miliardi di dollari. E lo stesso vale per Moderna, per la quale gli analisti prevedono un balzo dei ricavi da vaccino a 30 miliardi di dollari. Nonostante le difficoltà, si prevede aumentino anche le vendite di AstraZeneca, che dovrebbero salire a 15 miliardi di dollari il prossimo anno.
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