I narcos finiti in manette sono Raffaele Imperiale e Raffaele Mauriello, entrambi vicini agli Scissionisti di Secondigliano
È stato arrestato a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, lo scorso 14 agosto, il narcotrafficante trentaduenne Raffaele Mauriello, alias “o’ Chiatto”, considerato tra i latitanti di massima pericolosità dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale. L’arresto è avvenuto nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.
Nei confronti di Mauriello pendono tre provvedimenti cautelari emessi su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli per omicidio, associazione di tipo mafioso e traffico di stupefacenti. Latitante dal settembre 2018, è chiamato a rispondere del duplice omicidio di Andrea Castello e Antonio Ruggiero, entrambi avvenuti a Casandrino (Napoli) nel 2014, e di quello di Fabio Cafasso, avvenuto nel 2011 a Scampia. Omicidi tutti maturati nell’ambito della cosiddetta “terza faida di Scampia”, una guerra di camorra esplosa tra il 2012 e il 2013.
Mauriello è ritenuto dagli inquirenti membro del clan Amato-Pagano – gli Scissionisti di Secondigliano -per il quale avrebbe curato l’importazione e la distribuzione di ingenti quantità di cocaina, tant’è che viene identificato come il braccio destro del trafficante internazionale Raffaele Imperiale, noto come “Lelluccio Ferrarelle”, arrestato in circostanze analoghe qualche settimana fa dalle stesse autorità emiratine.
Gli ultimi dettagli resi noti dalla polizia di Dubai
E mentre il ministero di Giustizia sta perfezionando le intese per completare la procedura di estradizione in tempi brevi, la polizia di Dubai ha rilasciato qualche notizia in più su questi due arresti eccellenti.
“L’arresto di Imperiale e del suo braccio destro è avvenuto dopo un periodo di stretta sorveglianza da parte di una squadra di investigatori della polizia di Dubai”, ha dichiarato l’assistente del comandante in capo per gli affari investigativi, il generale Abdullah Khalifa al Marri, che poi ha precisato come il super latitante sia stato tenuto sotto controllo per una settimana, 24 ore su 24, grazie al programma di sorveglianza “Oyoon”.
Secondo quanto dichiarato dalle autorità emiratine, Raffaele Imperiale utilizzava un falso nome, Antonio Rocco, e auto diverse per nascondere i suoi spostamenti quotidiani.
“Grazie alle ultime tecnologie nel campo dell’intelligenza artificiale, i nostri ufficiali hanno seguito Imperiale e fatto irruzione nella sua casa sequestrando ingenti somme di denaro, orologi e altri oggetti di valore tra cui diversi dipinti”, ha aggiunto il direttore del dipartimento investigativo criminale, Jamal Salem al Jallaf, spiegando che Imperiale aveva scelto di vivere “in una villa isolata da dove poteva monitorare coloro che gli si avvicinano, e ha evitato intenzionalmente di registrare un indirizzo preciso per fuorviare le autorità e restare nell’ombra”.
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