Genova Jeans, gli artisti si ritirano. Terrile (Pd): “Manifestazione perde i pezzi ma i costi restano”

Confermato il budget di 1,4 milioni di euro di cui 1,1 milioni a carico di risorse pubbliche per un evento che durerà cinque giorni

Con una lettera intitolata “Gli artisti si dimettono” i tredici autori delle opere d’arte su tela jeans che avrebbero dovuto essere esposte in Darsena al Metelino hanno chiesto che i loro lavori e i loro nomi non siano associati alla manifestazione Genova Jeans.
Lo annuncia Alessandro Terrile, capogruppo Pd in Consiglio comunale, che per primo aveva fatto le pulci ai conti della kermesse sul blu di Genova e che oggi su Facebook rincara la dose: “Le motivazioni dei tredici artisti sono le stesse che hanno mosso noi consiglieri comunali in queste settimane: la preoccupazione per l’assenza di trasparenza e per i costi faraonici della manifestazione. Insomma, gli artisti temono una reputazione negativa. Alla faccia dell’evento internazionale che consacrerà la nostra città come capitale del Jeans”.

E così, “mentre la manifestazione perde i pezzi, a una settimana dall’avvio è confermato il budget di 1,4 milioni di Euro, di cui 1,1 milioni a carico di risorse pubbliche. Il tutto per un evento che durerà 5 giorni”.

Ecco la lettera inviata al Comune

In questi giorni apprendiamo dagli organi di stampa notizie preoccupanti relative alla trasparenza dell’organizzazione dell’evento “Genova Jeans” di cui non abbiamo ricevuto notizie ufficiali, nonostante sia previsto l’utilizzo delle opere da noi a suo tempo donate alla città “…opere di grande rilievo che ci sono state donate da artisti di fama internazionale…”.
Ognuno di noi ha deciso di donare le opere che compongono parte della collezione del Comune di Genova spinti da un istinto di rinnovamento e ispirati da una delle tradizioni più antiche del Mediterraneo che ha contribuito a far conoscere ed apprezzare Genova nel mondo. Non ci siamo risparmiati per realizzare opere ex novo o donare pezzi già realizzati, alcuni di noi a proprie spese si sono occupati della spedizione delle stesse, per valorizzare una città depositaria di una tradizione culturale e artistica a livello internazionale, da troppo tempo assopita e tormentata da bagarre politiche che hanno tolto alla comunità artistica una perla del contemporaneo come Villa Croce.
Dai giornali scopriamo inoltre che a fronte di queste donazioni esiste un budget faraonico per la comunicazione dell’evento, l’ospitalità e addirittura per la cena di gala, quest’ultima assolutamente anacronistica di questi tempi, come se il Covid non fosse mai esistito o non continui a circolare.
A fronte di queste notizie, ignari dei dettagli dell’intera operazione in cui nostro malgrado saremo coinvolti attraverso l’utilizzo delle nostre opere, esprimiamo fermamente il nostro dissenso a che i nostri nomi vengano associati in qualsiasi modo a questa esposizione e chiediamo quindi che le nostre opere non vengano esposte in mostra finché tutti i dubbi non vengano chiariti.

In attesa di un Vostro riscontro, porgiamo i nostri saluti
Simone Berti,
Henrik Blomqvist,
Letizia Cariello,
Roberto Coda Zabetta,
Ettore Favini,
Giovanni Gaggia,
Goldschmied&Chiari,
Claudia Losi,
Gabriele Picco,
Gianni Politi,
Vedovamazzei,
Serena Vestrucci,
Cesare Viel

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