Le stime degli esperti avevano indicato un aumento del 20%. Oggi la doccia fredda
Genova – Ci ha pensato il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto <cingolani, in un convegno della CGIL a rassicurare tutti: ” Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenta del 40%. Queste cose vanno dette, abbiamo il dovere di affrontarle”. I motivi di questo aumento è collegato all’aumento dei prezzi globali. “Succede – ha spiegato il Ministro- perché il prezzo del gas a livello internazionale aumenta, succede perché aumenta anche il prezzo della CO2 prodotta”. La soluzione sarebbe quella di “trasformare l’energia elettrica in energia elettrica rinnovabile. Dobbiamo portare la quantità di energia elettrica prodotta in Italia oltre il 70% da sorgenti rinnovabili”.
Ma Cingolani va oltre e fa una promessa alle categorie vulnerabili: “Se l’energia aumenta troppo di costo, le nostre imprese perdono competitività e i cittadini, soprattutto quelli con un reddito medio-basso, faticano ulteriormente per pagare dei beni primari come l’elettricità in casa”. “Queste cose – ha continuato il Ministro – vanno considerate perché sono egualmente importanti rispetto alla transizione ecologica”.
L’intervento del governo
In Italia abbiamo Arera l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente che regola i prezzi del metano e della corrente fissandoli all’inizio di ogni trimestre . Il 1° luglio, inizio del terzo trimestre 2021 il costo dell’elettricità era aumentato del 9,9%, e quello del gas del 15,3%. La bolletta elettrica si sarebbe impennata del 20% se il Governo non fosse intervenuto per calmierarla.
Sono stati utilizzati In pratica 1,2 miliardi ricavati dalla vendita di quote di emissioni nel sistema Ets per abbassare la stangata per i cittadini. Il quarto trimestre che comincia il 1° ottobre, l’Arera deve di nuovo aggiornare le tariffe. Ma le tariffe dal 1° luglio sono ancora aumentate e quindi la previsione di aumento del 40% è quasi una realtà.
Come si spiegano gli aumenti
La pandemia sta rallentando la sua corsa, e stiamo parlando dei paesi ricchi, e quindi la produzione sta ripartendo. Questo comporta una forte richiesta di energia che fa aumentare il costo del gas. Ma l’altro elemento è l’aumento del costo della CO2 che è collegata con la necessità di decolonizzare l’economia per contrastare la crisi climatica. Le aziende che producono anidride carbonica, il principale gas serra, fra le quali quelle energetiche, nella Ue devono pagare comprando quote di emissioni nel sistema europeo Ets. Il prezzo di queste quote viene aumentato gradualmente, per spingere le aziende a decarbonizzare. Ma questo porta anche a un aumento dei costi di produzione, e quindi delle tariffe in bolletta.
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