Sessant’anni di fotografia militante, una mostra oltre il “Come eravamo”

C’è un sottile filo rosso lungo sessant’anni ad unire le immagini della rassegna fotografica “Le stagioni della fotografia militante 1960-2020”, in mostra sino al 29 settembre al primo piano del palazzo del Grillo (vico chiesa delle Vigne 18), organizzata dall’Archivio dei Movimenti e curata da Paola De Ferrari, Giuliano Galletta, Adriano Silingardi. Si tratta di un lungo itinerario visivo attraverso le lotte operaie, la rivolta studentesca, le manifestazioni femministe e pacifiste, la rivoluzione latino americana e la Palestina, i no global e Frydays for Future, transitando per le  160 fotografie, per la maggior parte inedite di 21 fotografi con un omaggio particolare a Lisetta Carmi. Esposte le immagini di Giorgio Bergami, Edoardo Ceredi, Anna Ducci, il collettivo Feaklance, Angelo Gandolfi, Cesare Gavotti, Vladia Ghilino, Dario Lanzardo, Riccardo Navone, Gio’ Palazzo, Mario Parodi, Paola Pierantoni, Mauro Raffini, Mirella Rimoldi,Roby Shirer, Adiano Silingardi, Pietro Tarallo, Luigi Valente e Franco Vivaldi.

Oggi alle 17,30, inoltre è prevista la tavola rotonda “Fotostoria dei Movimenti” con Liliana Lanzardo, storica, Pietro Tarallo, Liliana Bachiersi, fotografa, Monica Di Barbara, saggista. I partecipanti saranno moderati da Federico Montaldo.

Il 23 settembre, sempre alle 17,30 si terrà l’incontro “Dentro il movimento” con i fotografi Paola Agosti e Uliano Lucas. Modera Maurizio Garofalo.

La fotografia militante del ’68

Dunque il Sessantotto con la sua lunga ala di lotte e partecipazione, ma non soltanto. Un punto di partenza per arrivare alle proteste più attuali. Spiega Giuliano Galletta,giornalista,  uno degli organizzatori: “Anche per i fotografi  il Sessantotto rappresenta una svolta. Il movimento  studentesco che, con Marx, vuole trasformare il mondo e, con Rimbaud, cambiare la vita, travolge ogni specializzazione e critica senza quartiere i mezzi di comunicazione di massa, in primo luogo proprio il fotogiornalsimo. In quel momento molti fotografi (ma non tutti) scelgono di “rompere ogni separatezza con il proprio oggetto” scrive Sergio Luzzatto, “di condividere il vissuto dei propri personaggi, di diventare essi stessi, grazie al tempismo è all’eloquenza dei loro scatti soggetti di storia”.

Passato, mai veramente passato e futuro da raccontare

Non una mostra reducista e del tempo che fu ma una mostra dal sapore libertario, creativo e tendenzialmente anarchica che viaggia e unisce transitando nei movimenti più attivi. Spiega ancora Giuliano Galletta “ Una caratteristica, la militanza che ha però permesso a questo tipo di fotografia – uno stile? Un sistema semiotico? Una retorica?  – di resistere in qualche modo alla liquefazione della politica a cui abbiamo assistito a partire dagli anni Ottanta”. Il tutto allestito nella splendida cornice di palazzo Grillo in una location dedicata proprio ad ospitare mostre di fotografia.

Del progetto faranno parte anche alcuni laboratori didattici organizzati per le scuole superiori, in cui gli studenti verranno coinvolti con metodo creativo-partecipativo introducendo elementi di consapevolezza sulle potenzialità della fotografia come mezzo sociale tra i più efficaci , e potenti anche nei suoi aspetti più soggetti ad abusi ed estorsioni. Allo stesso scopo è stata organizzata una webapp di gioco utilizzando fotografie relative alla storia sociale politica dagli anni Sessanta ad oggi a cui sono collegati quiz a risposta multipla.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.