Nuovo crematorio a Staglieno, i comitati dicono “NO”

La Conferenza dei Servizi a che punto è?

Genova – Il progetto si svilupperebbe su un’area  di oltre 3300 metri quadrati e prevede la realizzazione di un nuovo prefabbricato di 750 metri quadrati all’interno del cimitero di Staglieno.
Inizialmente l’impianto sarebbe costituito da due forni, che poi diventeranno tre dal quarto anno, potrà essere operativo 24 ore su 24, con la cremazione di 4500 salme all’anno, che si aggiungeranno alle oltre settemila che sono già cremate in loco ad oggi dai quattro forni della Socrem.

I Comitati aderenti

I Comitati Cittadini, Banchelle, Difesa Salute Ambiente Gavette Valbisagno, Sant’Antonino, Difesa del Parco dei Forti e delle Mura di Genova e Italia Nostra, chiedono al Comune di Genova riscontri riguardo al progetto del nuovo Tempio Crematorio presso il Cimitero Monumentale di Staglieno.
Il Comune di Genova aveva attivato con termine ultimo il 9 agosto 2021 una Conferenza dei Servizi in merito alla fattibilità/proposta di un nuovo impianto di cremazione nel Cimitero Monumentale di Staglieno, ma ad oggi non se ne sa più nulla.

Le servitù della Valbisagno

Sono state ben 938 le firme presentate al Sindaco Bucci, da cittadini contrari a questa ulteriore servitù. Le perplessità  riguardano la salute e l’ambiente, considerato che la Valbisagno è uno dei luoghi della città maggiormente penalizzato e con il maggior numero di servitù e fonti di inquinamento.  Infatti oltre ai 4 forni crematori della Socrem già esistenti, troviamo il Fangodotto, la Volpara, lo stoccaggio dell’amianto, l’isola ecologica più grande di Genova e di futura espansione, Recupoil, la rimessa AMT.

La viabilità è molto critica perchè oltre la presenza del casello Genova-Est ci sono  2 viadotti con grandi problemi strutturali, il Mercato del pesce e altri siti commerciali come Bricoman e Spazio Genova, oltre a piccole industrie.

L’impatto ambientale

Ma il principale impatto ambientale di questo tipo di impianti riguarda l’aria. Non esistono forni crematori a emissioni zero, l’impianto sarebbe una bomba ecologica in termini di qualità dell’aria con rischi alla salute dei cittadini grandi e piccoli, causa di malattie, anche gravi, per le emissioni di sostanze inquinanti.

Ma per i cittadini la presenza del crematorio cozzerebbe con il paesaggio “considerato – come si legge in una nota –  che proprio nella zona circostante si trovano parecchi punti di richiamo paesaggistico, turistico e storico come il Trenino di Casella, Ponte Sifone con la casetta dei filtri, il percorso dell’Acquedotto Storico, il Tiro al volo nazionale e nella zona sovrastante a corona di tutto questo il Parco dei Forti e delle Mura”.

Senza contare che il nuovo impianto verrebbe a trovarsi in mezzo a zone abitate e caratteristici borghi nei quali vengono praticate coltivazioni ad orto, uliveti, alberi da frutto, diversi insediamenti di apicoltura, animali da cortile e d’allevamento, con il rischio di compromettere le attività dei contadini.

Infine l’area dove dovrebbe essere collocato l’impianto, è un’area soggetta a vincolo idrogeologico, sulle tavole del PUC il fianco del monte Veilino che sovrasta la zona oggetto del nuovo insediamento è indicato come frana attiva.

I cittadini chiederanno un’audizione

“Richiederemo una audizione” – così prosegue la nota – con il Presidente del Consiglio Comunale e tutti i capigruppo del Comune al fine di tentare un ennesimo confronto per poter annullare questa assurda ennesima servitù della Valbisagno
Si demanda altresì all’Osservatorio Salute Ambiente comunale uno studio, date le evidenze ambientali e sanitarie presenti a Genova, come ripetutamente richiesto dal dr. Valerio Gennaro, oncologo ed epidemiologo ambientale dei medici per l’ambiente ISDE Italia e membro della Commissione Ambiente dell’Ordine dei Medici di Genova”.

A unirsi in solidarietà dei cittadini della Val Bisagno vi sono anche altri comitati cittadini del territorio genovese e loro rappresentanti e aderenti, quali il comitato di Quarto per la difesa di Campanule.

I comitati promettono battaglia se presto non riceveranno risposte dall’amministrazione.

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