Paesi ricchi che discutono di paesi poveri che sono il principale ostacolo della ripresa economica

I paesi in via di sviluppo sono il sasso nelle scarpe dell’economia mondiale

Milano – Secondo giorno di T20 (Think Tank20) a Milano  con l’attenzione puntata sui vaccini, sulla crisi economica generata dalla pandemia e sul fiume di denaro stanziato dai governi per passare dalla stagnazione economica al rilancio.

Ma la ripresa, oltre a essere bloccata dal persistere della pandemia, trova un ostacolo difficile da superare nelle diseguaglianze che da sempre affliggono una parte del pianeta.
E in effetti le differenze non sono solo economiche ma anche sanitarie. Mentre i paesi ricchi si apprestano a eseguire la terza e forse non ultima vaccinazione, i paesi poveri non hanno avuto accesso neanche alla prima.
E purtroppo, molti di questi, sono i paesi che servono a noi per estrarre le materie prime per continuare a coltivare la nostra opulenza e la continua corsa al progresso tecnologico.
E di questo si discute e si discuterà, con ben altri termini e intenti rispetto alla nostra provocazione, al T20 in corso oggi, ma anche al G20 in programma a Roma alla fine di ottobre e alla COP26, la prossima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in agenda a Glasgow  dal 31 ottobre al 12 novembre.

La delusione del FMI

La crescita globale per il 2021 doveva attestarsi introno al 6%. Con rammarico i dati dell’ultimo outlook economico aggiornato fanno prevedere una crescita ridotta.
Ai paesi forti e ricchi come Cina e Stati Uniti che trainano l’economia mondiale, purtroppo fanno da contraltare i paesi a basso reddito che sono un ostacolo per l’economia mondiale e che hanno scarso o nullo accesso ai vaccini  e poche risorse per intraprendere valide politiche di sviluppo.
In sintesi questa è la posizione Managing Director del Fmi Kristalina Georgieva che ha dichiarato “Se non siamo capaci di camminare correttamente in avanti, è perché è come se camminassimo con dei sassi nelle scarpe”.  E i sassi sono per la maggior parte i paesi “emergenti e in via di sviluppo che impiegheranno ancora molti anni per riprendersi”.

Le soluzioni esistono

Le soluzioni in realtà esistono ma sono scomode da adottare. Se per la Managing Director del Fmi, i sassi nelle scarpe sono l’inflazione, il debito e la scarsa o nulla vaccinazione dei paesi in via di sviluppo, probabilmente sarebbe opportuno  un piccolo sforzo, da parte di chi può permetterselo,  per attenuare le diseguaglienze, perché oggi le minacce sono globali e le risposte continuano a essere locali e concentrate sugli interessi nazionali.

Il motto “Remind the gap” lanciato al G8 dell’Aquila nel 2009 sembra essere sempre al centro dell’agenda in tutti i vertici internazionali. Fu presentato dai paesi in via di sviluppo, in una saletta un po’ defilata e abbastanza distante dagli incontri bilaterali dei potenti. Dopo 12 anni il Centro Congressi costruito per l’occasione già perdendo i pezzi e fa il paio con le buone intenzioni di riequilibrio delle disparità

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