Domani alle 11, a Roma in piazza Santi Apostoli, ci sarà il presidio del comitato 9 Ottobre
Saranno presenti i parenti delle vittime delle stragi ambientali, dei trasporti e dei morti sul lavoro che hanno colpito il nostro Paese: dal Vajont alla stazione di Viareggio, dalla Moby Prince al ponte Morandi, dalle Terre dei fuochi all’amianto. Solo per citarne alcune. E anche i familiari dei morti sul lavoro insieme a tutte le associazioni che li sostengono.
Perché “Noi, 9 Ottobre”?
Perché è la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali” istituita sul ricordo della strage del Vajont (9 ottobre 1963). Anche se abbiamo già ottenuto dal Parlamento un primo riconoscimento (Legge 14 giugno 2011, n.° 101) ora è necessario agire concretamente riguardo alle normative esistenti che impediscono l’effettivo riconoscimento dei diritti delle vittime ed evitare l’esito inaccettabile della “prescrizione” per reati di questo tipo.
Perché una riforma della Giustizia non abbia altro fine che adeguarsi alla Giustizia e Verità
Le Vittime e i sopravvissuti non vogliono né vendette né processi sommari: vogliono che quanto subito non abbia più a ripetersi, che il loro enorme dolore serva almeno a scongiurare altre vittime.
Per questo rivendichiamo il diritto a vedere accertata ogni responsabilità, condizione per garantire la rimozione delle cause e promuovere, per il futuro, prevenzione e sicurezza.
L’improcedibilità dei processi introdotta con la recente riforma Cartabia è la negazione di questo diritto delle vittime e dovere dello Stato. Le vittime sono il primo soggetto interessato alla rapidità delle sentenza, ma l’alternativa non può essere la mancanza di sentenza, ovvero un’impunità a orologeria. Questo determinerebbe ulteriore lassismo e spazio proprio per chi specula sulla mancanza di sicurezza.
È un tema che non riguarda tanto chi ha già subito eventi dannosi, ma che riguarda tutta la collettività esposta a pagare le conseguenze delle prossime calamità e stragi.
La legge è stata approvata, ma questo ci impone di non fermare le nostre rivendicazioni, ma di rilanciare la mobilitazione per cercare di contenerne le conseguenze, gestirne gli esiti fino ad ottenere, alla prova dei fatti, le opportune modifiche.
La legge è stata approvata, ma questo ci spinge ancor più a rivendicare il giusto riconoscimento della figura della vittima, il suo diritto di essere parte del procedimento giudiziario non limitato alla costituzione di parte civile e di mera richiesta risarcitoria.
Pensiamo che agli indagati e agli imputati vadano riconosciuti e garantiti tutti i diritti di difesa e di riabilitazione sociale, ma pari diritti vanno garantiti alle vittime, spesso costrette a subire un’enorme disparità di mezzi e strumenti con controparti economicamente e socialmente potenti.
Ciò vale, in particolare, anche per le vittime sul lavoro che, a differenza degli eventi collettivi, si trovano a gestire una strage strisciante di morte e invalidità in maniera spesso solitaria e debole anche economicamente.
Il programma della giornata
ore 11.00 presidio in piazza Santi Apostoli
Avevamo chiesto alla Questura di Roma il permesso di fare il nostro presidio in piazza Montecitorio, in un primo tempo ci era stato concesso ma poi ci è stato negato.
ore 15.00 assemblea pubblica con la partecipazione delle associazioni delle Vittime presso Cappella Orsini via Grotta Pinta, 21 (vicino Campo de’ Fiori).
Per saperne di più
https://www.facebook.com/noi9ottobre
https://twitter.com/9_ottobre
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta